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Sfatare il mito: i Purificatori d’aria non prevengono le Malattie

By Mirko Rossi
Published 12 Gennaio 2024
5 Min Read
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La ricerca di nuove tecnologie per garantire la sicurezza negli ambienti chiusi è sempre stata una priorità per la salute pubblica. Tuttavia, uno studio recente condotto dall’Università di East Anglia ha messo in discussione l’efficacia dei sistemi di filtrazione dell’aria, come le luci germicide e gli ionizzatori, nel ridurre il rischio di infezioni virali in ambienti reali. Questa scoperta sfida i benefici percepiti di questi costosi sistemi e solleva interrogativi sulla loro reale utilità.

Contents
Analisi delle prove e risultati della ricercaLimiti delle tecnologie di trattamento dell’ariaLa necessità di ulteriori ricercheImplicazioni per la salute pubblicaValutazione dei costi e dei beneficiLa ricerca di soluzioni alternative

 

Analisi delle prove e risultati della ricerca

Il team di ricerca ha esaminato una serie di tecnologie, tra cui sistemi di filtrazione dell’aria, luci germicide e ionizzatori, per valutare la loro efficacia nel proteggere le persone dalle infezioni respiratorie o gastrointestinali trasmesse per via aerea. Nonostante l’analisi di 32 studi condotti in ambienti reali, come scuole e case di cura, non è emersa alcuna prova convincente che tali tecnologie siano in grado di rendere l’aria sicura da infezioni.

Il professor Paul Hunter, della Norwich Medical School dell’UEA, ha sottolineato che, sebbene queste tecnologie siano state progettate per filtrare inquinanti o contaminanti dall’aria, la loro installazione, spesso costosa, non sembra giustificata dai benefici. Infatti, molte grandi aziende e governi, compresi il NHS, l’esercito britannico e i governi di New York City e di alcune regioni tedesche, hanno investito in queste tecnologie durante la pandemia di Covid, ma i risultati non hanno confermato le aspettative.

 

Limiti delle tecnologie di trattamento dell’aria

La dottoressa Julii Brainard, anch’essa della Norwich Medical School dell’UEA, ha evidenziato che, nonostante alcune prove deboli suggeriscano una riduzione del rischio di infezione grazie ai metodi di trattamento dell’aria, tali prove sembrano essere distorte e non equilibrate. Il sospetto è che esistano studi con effetti minimi o nulli che non sono stati pubblicati. Questo rende deludenti i risultati, ma è fondamentale che i responsabili delle decisioni in materia di salute pubblica abbiano un quadro completo della situazione.

 

La necessità di ulteriori ricerche

I ricercatori sperano che gli studi condotti durante la pandemia di Covid vengano pubblicati presto, in modo da poter formulare un giudizio più informato sul valore del trattamento dell’aria durante l’emergenza sanitaria. La ricerca, pubblicata su “Preventive Medicine”, è stata condotta in collaborazione con l’University College London, l’Università dell’Essex, il Norfolk and Norwich University Hospital Trust e l’Università del Surrey, e finanziata dal National Institute for Health and Care Research Health Protection Unit in Emergency Preparedness and Response.

 

Implicazioni per la salute pubblica

Questo studio solleva importanti questioni riguardo l’investimento in tecnologie di filtrazione dell’aria e il loro impatto sulla salute pubblica. Sebbene la riduzione della contaminazione ambientale e delle superfici sia possibile con alcune strategie di trattamento dell’aria, come le luci germicide e la filtrazione dell’aria ad alta efficienza (HEPA), sembra che queste non siano sufficienti a prevenire o ridurre le malattie.

 

Valutazione dei costi e dei benefici

È ragionevole valutare i benefici rispetto ai costi e comprendere le capacità attuali di tali tecnologie. La ricerca suggerisce che gli investimenti in sistemi di filtrazione dell’aria potrebbero non essere giustificati se il loro impatto sulla riduzione delle infezioni virali è limitato o inesistente.

 

La ricerca di soluzioni alternative

Di fronte a questi risultati, è essenziale cercare soluzioni alternative e più efficaci per garantire la sicurezza negli ambienti chiusi. La ricerca continua per trovare metodi che possano realmente proteggere la salute pubblica dalle infezioni trasmesse per via aerea, soprattutto in un contesto post-pandemico.

 

In conclusione, lo studio dell’Università di East Anglia fornisce un contributo significativo al dibattito sull’efficacia dei sistemi di filtrazione dell’aria, evidenziando la necessità di una valutazione critica e di ulteriori ricerche per garantire la sicurezza e il benessere delle persone in ambienti chiusi.

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