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La scoperta dei resti umani più antichi infetti da ⁣Treponema ⁤pallidum

By Mirko Rossi
Published 28 Gennaio 2024
5 Min Read
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La malattia venerea nota come sifilide e altre malattie treponemiche come il pian e il bejel hanno da sempre rappresentato un mistero per la comunità scientifica. Tuttavia, una recente scoperta in Brasile ha portato nuove informazioni che potrebbero aiutare a risolvere​ questo enigma. Un gruppo di scienziati ⁢dell’Università di Zurigo⁣ è riuscito a ricostruire‌ i ‌genomi più antichi conosciuti del batterio Treponema pallidum, risalenti a circa 2.000 anni fa, trovati nei resti umani preistorici in Brasile.​ Questi⁤ ceppi sono i più antichi mai ‌ricostruiti, superando di oltre 1.000 anni i precedenti.

Contents
Il sito di‍ Jabuticabeira II e i ‌resti ⁤umani infettiLe malattie causate da Treponema pallidumLa presenza di malattie treponemiche nelle Americhe pre-colombianeLe origini della ‍sifilide venerea

 

Il sito di‍ Jabuticabeira II e i ‌resti ⁤umani infetti

I resti umani sono⁣ stati scoperti nel sito di Jabuticabeira II, nella regione di Laguna nello stato di Santa Catarina, lungo la costa brasiliana. Tra i numerosi ⁢corpi rinvenuti,⁣ almeno quattro individui erano stati infettati da una malattia treponemica. Utilizzando tecniche genomiche avanzate, il team di ricerca è riuscito a ricostruire i genomi del ⁢batterio T. pallidum che li aveva ⁣infettati.

Le malattie causate da Treponema pallidum

Queste persone non soffrivano di⁢ sifilide venerea, l’infezione⁣ sessualmente trasmissibile più nota. ⁤Esistono tre sottospecie di T. pallidum, ognuna delle quali causa una malattia diversa: il pian, il bejel e​ la sifilide. L’analisi dei genomi⁣ indica che i batteri ⁣erano più strettamente imparentati⁤ con la​ sottospecie moderna che causa il bejel, noto anche ‌come sifilide endemica non venerea, una condizione che ‌provoca lesioni della pelle e delle ossa.

La presenza di malattie treponemiche nelle Americhe pre-colombiane

Tuttavia, la ricerca ‍potrebbe aiutare a fare luce sulla sottospecie⁤ di batteri T. pallidum che⁢ causa la forma ⁣sessualmente trasmessa della sifilide. “Con la datazione dell’orologio molecolare, si può illuminare⁤ l’evoluzione di una specie calcolando i tempi di divergenza dell’intera famiglia T. pallidum e delle diverse sottospecie. Con questi calcoli, possiamo vedere che i ceppi che⁢ causano la sifilide venerea si sono evoluti più tardi rispetto a quelli che causano il bejel”,⁣ ha spiegato ⁣Verena Schünemann, autrice dello studio dall’Istituto di Medicina Evoluzionistica dell’Università di ⁣Zurigo.

 

Le origini della ‍sifilide venerea

Il⁢ punto cruciale dello studio è⁣ che mostra prove inequivocabili che le malattie treponemiche erano presenti nelle Americhe prima della colonizzazione europea. Come siano arrivate qui, tuttavia, rimane ⁣poco ‍chiaro. Forse il T. pallidum ha avuto origine nelle​ Americhe⁢ attraverso ⁣un salto zoonotico locale o forse è stato portato dall’Eurasia durante le prime migrazioni umane nelle‍ Americhe.

Quando si guarda alla diffusione globale della sifilide, la più conosciuta di tutte le malattie treponemiche, si presume spesso che l’equipaggio che navigò con Cristoforo Colombo abbia portato il batterio in Europa alla fine del XV ⁤secolo dopo ⁣aver colonizzato le​ Americhe‌ e “mescolato” con la popolazione locale. Il primo focolaio ⁤documentato di sifilide si verificò nel 1495 d.C. quando l’esercito di Carlo VIII di Francia si ammalò durante un’invasione ⁣di Napoli.

 

Sebbene possa sembrare che la presenza di malattie treponemiche nell’America precolombiana confermi questa teoria, i lavori precedenti dei ricercatori sui ceppi di T. pallidum nell’Europa ‌moderna suggeriscono il contrario: la famiglia T. pallidum era ⁤probabilmente diffusa in tutto il mondo molto prima che Colombo mettesse piede ​in America.

“L’esistenza di ‌una malattia treponemica nell’America del Sud‍ preistorica e la conseguente datazione dell’orologio molecolare della divergenza temporale della famiglia Treponema pallidum (12.000-550 a.C.) suggerisce che la famiglia batterica si era già‍ diffusa globalmente nei ​tempi pre-contatto⁢ o era emersa sul continente americano”, ha spiegato Schünemann.

“Basandoci su questi risultati non possiamo⁤ favorire una delle due opzioni. Tuttavia, se⁤ teniamo conto anche di studi precedenti, come l’enorme diversità di tre diverse linee di T. pallidum che abbiamo trovato nell’Europa del XV-XVII secolo, sembra più probabile che la famiglia batterica fosse già diffusa globalmente prima che Colombo salpasse per le Americhe”, ha concluso.

 

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