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Un buco nero dentro il sole? Dalla musica “grunge” alla scienza astrofisica

By Luigi Belli
Published 21 Dicembre 2023
4 Min Read
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Il Sole, la nostra stella madre, è sempre stato oggetto di studio e ammirazione. Ma cosa succederebbe se al suo interno si nascondesse un buco nero? Questa ipotesi, che potrebbe sembrare fantascientifica, è stata oggetto di una recente ricerca che ha esplorato la possibilità che alcune stelle possano ospitare buchi neri di piccole dimensioni nei loro nuclei. Questa scoperta potrebbe anche fornire una spiegazione alla mancanza di materia oscura nell’universo.

Contents
La ricerca sui buchi neri stellariL’ispirazione dalla musica e dalla fantascienzaLa formazione dei buchi neri stellariLe implicazioni di un buco nero nel SoleEffetti sui processi stellariLa possibile esistenza di buchi neri primordialiLe conseguenze per le stelle ospitantiConclusioni

La ricerca sui buchi neri stellari

L’ispirazione dalla musica e dalla fantascienza

La ricerca scientifica spesso trova ispirazione in ambiti diversi, come la letteratura di fantascienza o la musica. In questo caso, è stata la canzone “Black Hole Sun” dei Soundgarden a stimolare l’interesse del Dr. Earl Bellinger dell’Istituto Max Planck per l’Astrofisica, portandolo a indagare sulla possibilità che buchi neri possano esistere all’interno delle stelle.

La formazione dei buchi neri stellari

I buchi neri stellari si formano dal collasso di stelle con masse superiori a 25 volte quella del Sole, in seguito a esplosioni di supernova. Tuttavia, la ricerca condotta da Bellinger e i suoi colleghi ha esplorato l’ipotesi che stelle apparentemente ordinarie possano nascondere buchi neri nei loro nuclei, con risultati sorprendenti che affermano la plausibilità di questa teoria.

 

Le implicazioni di un buco nero nel Sole

Effetti sui processi stellari

I buchi neri hanno una gravità così intensa che nemmeno la luce può sfuggirvi, il che rende controintuitivo pensare che oggetti luminosi come le stelle possano superare questa forza. Tuttavia, i quasar, che sono ancora più luminosi, sono alimentati da buchi neri supermassicci nei loro nuclei. Anche Stephen Hawking aveva suggerito l’idea di un buco nero primordiale al centro del Sole, un’ipotesi che non ha mai guadagnato popolarità ma che è stata esplorata in questa ricerca.

La possibile esistenza di buchi neri primordiali

L’idea di base dello studio è che, nel primo secondo dopo il Big Bang, molti buchi neri di piccole dimensioni si siano formati, con masse simili a quella della Luna o inferiori. I buchi neri più piccoli si sarebbero evaporati, ma quelli delle dimensioni di un grande asteroide sarebbero ancora in esistenza, vagando per l’universo. Questi buchi neri primordiali potrebbero essere abbastanza numerosi da spiegare almeno una parte della materia oscura mancante nell’universo.

Le conseguenze per le stelle ospitanti

Se il Sole avesse un buco nero con una massa ora pari a un milionesimo di quella del Sole, perderebbe circa metà della sua luminosità in un periodo di 100 milioni di anni. Successivamente, però, la stella si illuminerebbe di nuovo, poiché l’accrezione del buco nero sostituirebbe la fusione nucleare come principale fonte di energia. La stella si gonfierebbe diventando una gigante rossa prematuramente e mostrerebbe alcune differenze che rivelerebbero la sua vera natura.

Conclusioni

La ricerca pubblicata in The Astrophysical Journal apre nuove prospettive sulla comprensione delle stelle e della materia oscura. Sebbene ci siano ancora molte incognite e scenari possibili da esplorare, la possibilità che alcune stelle possano nascondere buchi neri nei loro nuclei potrebbe essere una realtà affascinante e inquietante allo stesso tempo. Nel frattempo, continueremo a scrutare il cielo alla ricerca di indizi che possano confermare o smentire questa teoria rivoluzionaria.

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