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Carenza di serotonina: i primi segnali premonitori dell’alzheimer

By Luigi Belli
Published 14 Dicembre 2023
4 Min Read
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Contents
La correlazione tra livelli di serotonina ‌e problemi di memoriaLa ricerca e i suoi risultatiScansioni PET e‍ serotoninaConfronto e implicazioniIndizi di cambiamenti ⁤cerebraliComprensione della lieve compromissione⁣ cognitivaImplicazioni future⁢ e‌ ricercaDesign dello studio⁣ e scoperteCorrelazione tra ⁢serotonina e⁣ problemi di‌ memoriaProspettive ⁢future

La correlazione tra livelli di serotonina ‌e problemi di memoria

Uno studio condotto ⁤dalla Johns Hopkins Medicine ha rivelato un legame tra ⁤i livelli più bassi‍ di serotonina ⁢nel cervello e i problemi di memoria⁢ nelle persone con lieve compromissione cognitiva. Questa scoperta, pubblicata sul Journal of Alzheimer’s Disease,⁢ suggerisce che prendere di mira la serotonina ⁤potrebbe offrire un⁤ nuovo approccio⁤ per trattare​ i ‌problemi di memoria ⁤e, possibilmente, rallentare la progressione della malattia di Alzheimer.

La ricerca e i suoi risultati

Scansioni PET e‍ serotonina

Attraverso l’uso di scansioni PET (Tomografia a Emissione di Positroni) su persone con lieve ​compromissione cognitiva, è stato rilevato un livello inferiore di serotonina, ​il neurotrasmettitore associato all’umore positivo, rispetto a coloro che non presentavano tale condizione.

Confronto e implicazioni

Confrontando le scansioni PET di oltre 90 adulti con e senza lieve ⁣compromissione cognitiva, i ricercatori della Johns Hopkins Medicine hanno osservato che livelli relativamente più bassi di serotonina​ nelle ‌parti del cervello di coloro con compromissione cognitiva potrebbero ‌giocare un ruolo nei problemi di‌ memoria, inclusa⁢ la malattia di Alzheimer.

Indizi di cambiamenti ⁤cerebrali

Le scoperte⁣ supportano l’evidenza crescente‌ che‌ cambiamenti misurabili nel cervello avvengono nelle persone con lievi problemi di memoria molto prima di⁢ una diagnosi di Alzheimer, e potrebbero⁤ offrire nuovi bersagli per trattamenti ⁣volti a rallentare o fermare la⁤ progressione della malattia.

Comprensione della lieve compromissione⁣ cognitiva

La lieve compromissione cognitiva descrive la ⁣fase diagnostica tra la ⁢normale funzione⁢ cerebrale nell’invecchiamento e la malattia di Alzheimer. I sintomi includono⁣ dimenticanza​ frequente ​di eventi recenti,​ difficoltà nel trovare le parole ⁤e perdita del senso ⁤dell’olfatto.⁢ Chi ne soffre ⁢può rimanere in questa fase indefinitamente o progredire verso forme più gravi di deficit cognitivi, dando urgenza alla ricerca di marcatori predittivi e possibili⁣ interventi di prevenzione precoce.

Implicazioni future⁢ e‌ ricerca

Design dello studio⁣ e scoperte

Per lo studio, gli scienziati della ⁣Hopkins hanno reclutato 49 volontari con lieve compromissione cognitiva e 45 ‍adulti sani di età superiore ai 55 anni che ‍hanno subito una risonanza magnetica per misurare i cambiamenti nella struttura cerebrale e due scansioni PET del loro ​cervello tra il 2009 e il 2022. I ricercatori hanno utilizzato le scansioni PET per esaminare⁣ specificamente il trasportatore della serotonina e la distribuzione della proteina amiloide-beta nel cervello, che si pensa giochi un ruolo centrale ‌nella patologia dell’Alzheimer.

Correlazione tra ⁢serotonina e⁣ problemi di‌ memoria

I ricercatori hanno scoperto che i pazienti con lieve compromissione cognitiva avevano livelli ‌più bassi del ‍trasportatore ⁤della serotonina e livelli più alti di amiloide-beta rispetto ai controlli sani. In⁣ particolare, livelli più bassi del trasportatore della serotonina⁢ sono stati ⁣trovati in regioni‍ corticali, limbiche e sottocorticali⁣ del cervello in coloro con compromissione cognitiva, aree specificamente responsabili per la funzione esecutiva, l’emozione e la memoria.

Prospettive ⁢future

I ricercatori affermano che gli studi futuri includeranno il follow-up longitudinale di individui⁢ con lieve compromissione cognitiva⁣ per confrontare la degenerazione della serotonina con l’aumento⁢ dei livelli di amiloide-beta e della ​proteina Tau, anch’essa associata all’Alzheimer, rispetto agli‍ adulti sani. Inoltre, stanno studiando farmaci antidepressivi multimodali per trattare la depressione⁣ e i deficit di memoria nella‌ speranza di mitigare e arrestare i sintomi.

Questo studio rappresenta un passo ⁤importante nella ⁢comprensione dei ​meccanismi alla base dei problemi di memoria ​e offre nuove prospettive per interventi terapeutici mirati. La ricerca è stata parzialmente supportata dai National‍ Institutes of Health.

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