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Scienziati di Harvard scoprono nuovi indizi sul mistero del prurito

By Mirko Rossi
Published 7 Gennaio 2024
5 Min Read
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I ricercatori della​ Harvard Medical School ​hanno⁢ fatto una scoperta rivoluzionaria riguardo al ⁢prurito,‌ una sensazione fastidiosa che tutti abbiamo sperimentato almeno una volta nella vita.⁤ Tradizionalmente, si pensava che il prurito nelle condizioni cutanee derivasse dall’infiammazione. Tuttavia, questo nuovo studio, ⁤basato⁤ su ⁣esperimenti su topi e cellule umane, ha​ dimostrato che il ​batterio Staphylococcus aureus, comunemente ‌presente sulla pelle, ‍può ​scatenare direttamente ⁢il prurito interagendo con le‍ cellule nervose. Questa ​scoperta apre nuove possibilità per il trattamento del prurito cronico e per comprendere la sua importanza evolutiva.

Contents
Il ruolo di Staphylococcus aureusUn meccanismo ineditoImplicazioni per il trattamento ‌del pruritoIdentificazione della scintilla ⁣molecolare che innesca il ⁣pruritoInterruzione del ciclo prurito-grattamentoDomande future e implicazioni evolutive

 

Il ruolo di Staphylococcus aureus

Il team⁢ di‌ ricerca ha osservato che‍ in condizioni come l’eczema e la dermatite⁤ atopica, l’equilibrio dei microrganismi che mantengono sana​ la nostra pelle viene spesso alterato, permettendo a S. aureus di⁢ proliferare. Fino ​ad ora, si​ riteneva che ⁣il prurito associato a queste condizioni derivasse dall’infiammazione cutanea. Tuttavia, i nuovi risultati mostrano‍ che S. aureus provoca‍ il prurito da solo,‍ innescando una reazione‍ a catena molecolare che culmina nell’impulso ‍a ‌grattarsi.

 

Un meccanismo inedito

Isaac Chiu, professore associato di immunologia‍ presso l’Istituto⁤ Blavatnik della ⁤HMS e autore senior dello studio, ha ‌affermato: “Abbiamo identificato ​un meccanismo completamente nuovo dietro al prurito: ​il batterio Staph aureus, che si trova⁤ su ​quasi tutti i pazienti ​con la condizione cronica di dermatite atopica. Abbiamo dimostrato che ​il prurito può essere causato dal microrganismo⁤ stesso.”

 

Implicazioni per il trattamento ‌del prurito

I ⁤risultati di questo studio possono informare ​la progettazione di farmaci orali e creme topiche per trattare il prurito persistente che si verifica in varie condizioni⁤ legate a uno squilibrio nel microbioma della pelle, come la dermatite‌ atopica, la ‍prurigo​ nodularis e la‍ psoriasi. Il grattamento ripetuto, ⁤caratteristico di queste condizioni, ​può causare⁣ danni alla pelle e amplificare ‍l’infiammazione.

 

Identificazione della scintilla ⁣molecolare che innesca il ⁣prurito

I ricercatori hanno esposto la pelle‌ dei topi ‍a S. aureus. Gli animali hanno sviluppato un prurito che si intensificava nel corso di ⁢diversi giorni, e il grattamento ripetuto causava danni alla pelle​ che si diffondevano⁢ oltre⁣ il sito originale di esposizione. Inoltre, i topi esposti a S. aureus diventavano ipersensibili ⁤a stimoli innocui che normalmente non causerebbero prurito. I topi esposti erano più propensi ​rispetto ai topi non esposti ⁢a sviluppare prurito anormale in risposta a un leggero tocco.

 

Interruzione del ciclo prurito-grattamento

Poiché PAR1, la proteina attivata da S. aureus, è coinvolta nella⁣ coagulazione del⁣ sangue, i ricercatori hanno voluto vedere se⁤ un farmaco anticlotting già​ approvato che blocca PAR1 avrebbe fermato il prurito. E così è⁤ stato. I topi pruriginosi la ⁢cui pelle era stata esposta a S.​ aureus hanno ‍sperimentato ⁢un rapido miglioramento quando trattati con ‌il farmaco. Il loro desiderio di⁤ grattarsi⁢ è diminuito ​drasticamente, così‍ come i‌ danni alla pelle causati dal grattamento. ⁣Inoltre, una volta trattati con i‍ bloccanti PAR1, i topi non sperimentavano più prurito anormale in risposta a stimoli innocui.

Il bloccante PAR1 è già utilizzato negli esseri umani per prevenire la formazione di coaguli‍ di sangue ‌e potrebbe‌ essere riproposto come farmaco antiprurito. Ad ​esempio, gli scienziati hanno notato che il principio attivo nel medicinale potrebbe diventare⁤ la‍ base per creme antiprurito topiche.

 

Domande future e implicazioni evolutive

Una ⁣domanda immediata che i ​ricercatori prevedono ⁤di esplorare in lavori futuri è ⁣se altri microrganismi oltre a S. ‍aureus⁢ possano scatenare il prurito. “Sappiamo che molti microrganismi, inclusi funghi, virus e batteri, sono accompagnati⁤ da prurito ma non è chiaro come causino il prurito”, ha⁢ detto ‍Chiu. Inoltre, i risultati ‌sollevano una domanda più ampia:⁢ perché un microrganismo​ causerebbe prurito? Da un punto di​ vista ⁢evolutivo, quale vantaggio ne ⁤trarrebbe il batterio?

 

Una possibilità, secondo i ricercatori, è che i patogeni possano dirottare il prurito e altri riflessi neurali ‌a loro vantaggio. Ad⁢ esempio, ricerche precedenti hanno mostrato che il batterio della tubercolosi attiva direttamente⁤ i neuroni⁣ vagali per causare la ‍tosse, che potrebbe consentirgli di diffondersi più facilmente da un ospite ⁤all’altro. “È una‌ speculazione a questo punto, ma ​il ciclo prurito-grattamento potrebbe avvantaggiare ⁢i microrganismi e consentire la loro diffusione a siti corporei distanti e a ⁢ospiti non infetti”, ha detto Deng. “Perché prudiamo e ci grattiamo? Ci aiuta, o aiuta il microrganismo? Questo è qualcosa che potremmo approfondire in futuro.”

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