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Alla Prima PaginaNews

Tagli alla NASA minacciano le missioni spaziali congiunte con l’Europa

By Stefania Romano
Published 11 Maggio 2025
3 Min Read
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L’ESA esprime preoccupazione per il futuro delle missioni spaziali congiunte

Josef Aschbacher, Direttore Generale dell’Agenzia Spaziale Europea, ha lanciato un forte segnale di allarme durante il 40° Simposio annuale dello Spazio della Space Foundation, tenutosi l’8 aprile 2025 a Colorado Springs, nello Stato del Colorado. Il motivo della sua preoccupazione è legato ai tagli proposti al bilancio della NASA, pari al 24%, annunciati il 2 maggio dall’amministrazione Trump. Se confermati, questi tagli metterebbero seriamente a rischio due delle principali missioni collaborative tra le due agenzie: il Gateway lunare e la missione Mars Sample Return (MSR).

 

Gateway e Mars Sample Return: pilastri in bilico della cooperazione transatlantica

La partecipazione dell’ESA al progetto Gateway consiste nella realizzazione di un modulo fondamentale della stazione orbitante lunare, mentre per il Mars Sample Return l’agenzia europea è responsabile dello sviluppo dell’Earth Return Orbiter, il veicolo che dovrebbe riportare sulla Terra i campioni raccolti dal suolo marziano.

 

Con la prospettiva concreta di cancellazioni o ridimensionamenti, l’ESA ha avviato un processo di consultazione interna con i propri Stati membri. In un comunicato del 5 maggio, Aschbacher ha affermato che sono già in corso colloqui di follow-up con la NASA, anche se molte incognite rimangono. L’attenzione ora si concentra sulla riunione del Consiglio ESA di giugno, in cui si discuteranno scenari alternativi e possibili contromisure per limitare gli effetti sulla filiera industriale europea e sull’autonomia strategica nel settore spaziale.

 

Gli effetti a cascata sul programma spaziale internazionale

I tagli proposti non si limitano alle missioni congiunte. Il piano prevede anche la progressiva eliminazione del razzo Space Launch System (SLS) e della navetta Orion, strumenti cardine delle missioni statunitensi oltre l’orbita terrestre. È prevista inoltre una riduzione dei fondi destinati alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), il che lascia intendere una riallocazione delle risorse verso obiettivi prioritari come la Luna e Marte, ma con modalità e partner diversi da quelli attuali.

 

Questo ridisegno della strategia spaziale americana ha suscitato l’allarme anche tra esperti del settore, i quali temono che una riduzione così drastica possa compromettere anni di sviluppo tecnologico e cooperazione scientifica. Non meno importante è l’effetto delle nuove tariffe commerciali introdotte dagli Stati Uniti ad aprile, che potrebbero ostacolare ulteriormente il commercio aerospaziale transatlantico e mettere sotto pressione le catene di fornitura che attraversano i due continenti.

 

Verso nuove alleanze spaziali globali

In un contesto sempre più incerto, l’ESA sta considerando nuovi percorsi di cooperazione. Tra le possibili alternative figurano paesi come Giappone, India, Corea del Sud e alcune nazioni del Golfo, con cui l’Europa potrebbe intensificare partenariati bilaterali o multilaterali. Queste aperture rappresenterebbero una risposta strategica sia alle turbolenze geopolitiche che alle scelte unilaterali dell’attuale amministrazione statunitense.

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