Il significato profondo e le regole che governano il conclave
Il conclave è uno degli eventi più solenni e misteriosi della Chiesa cattolica. La sua funzione è eleggere il nuovo Papa, successore di San Pietro, quando la Sede Apostolica è vacante. Ma quanto dura un conclave? Non esiste una risposta fissa: la durata varia in base a fattori storici, politici, spirituali e umani.
Il termine deriva dal latino cum clave – “chiusi a chiave” – e non è solo simbolico. I cardinali elettori vengono effettivamente isolati, solitamente nella Cappella Sistina, per impedire qualsiasi influenza esterna. Solo coloro che non hanno compiuto gli 80 anni possono partecipare. Le votazioni avvengono in segreto e richiedono, per essere valide, una maggioranza qualificata dei due terzi. Dopo ogni sessione, le schede vengono bruciate: il fumo nero indica un nulla di fatto, quello bianco annuncia la nascita di un nuovo Pontefice.
Un processo scandito da tempi rigorosi ma senza scadenze
Il regolamento prevede un massimo di quattro votazioni al giorno, distribuite tra mattina e pomeriggio. Nei primi tre giorni si tenta di raggiungere un consenso naturale. Se ciò non accade, si fanno due giorni di pausa per riflettere e pregare, dopodiché si riprende a votare. Se dopo nove giorni la situazione resta bloccata, si passa al ballottaggio tra i due candidati più votati, come stabilito dalle norme introdotte per evitare stalli prolungati.
Tuttavia, non esiste un limite massimo alla durata: l’elezione può concludersi in poche ore o protrarsi per mesi, in base al grado di accordo o conflitto tra i cardinali.
Il conclave più veloce: Giulio II eletto in dieci ore
Il record di conclave più breve della storia appartiene all’elezione di Giuliano della Rovere, che prese il nome di Papa Giulio II, nel 1503. Dopo la morte di Pio III, i cardinali si riunirono ed elessero il nuovo Papa in appena dieci ore.
Questo esito rapidissimo fu possibile grazie all’ampio consenso già consolidato intorno a della Rovere, influente e stimato, sostenuto da una rete politica e diplomatica fortissima. Giulio II sarà poi uno dei pontefici più rilevanti del Rinascimento, promotore delle arti, fondatore dei Musei Vaticani e artefice della nuova Basilica di San Pietro.
Il conclave più lungo: 33 mesi di stallo nel XIII secolo
All’opposto, il conclave più lungo mai registrato durò ben 33 mesi, dal 1268 al 1271, dopo la morte di Clemente IV. I cardinali si riunirono a Viterbo, ma la profonda spaccatura interna tra le fazioni francesi e italiane impedì ogni accordo. Alla fine, esasperati dalla situazione, i cittadini di Viterbo chiusero letteralmente i cardinali a chiave, rimuovendo il tetto del palazzo dove si trovavano e riducendo drasticamente cibo e comfort.
Solo dopo questo gesto estremo, e con l’intervento di una commissione esterna, venne eletto Tebaldo Visconti, non ancora cardinale, che prese il nome di Papa Gregorio X. Questo conclave divenne un punto di svolta, portando alla codificazione delle norme che ancora oggi regolano le elezioni papali.
Tra politica e spiritualità: ogni conclave riflette il proprio tempo
La durata di un conclave è sempre lo specchio delle dinamiche ecclesiastiche e geopolitiche del periodo storico in cui si svolge. Quando regna l’unità, l’elezione è rapida. Quando prevalgono divisioni e interessi contrastanti, il processo può diventare estenuante. I casi del 1503 e del 1268 sono gli esempi più estremi di questa realtà: uno concluso in poche ore grazie all’armonia, l’altro bloccato per anni dalla discordia.