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Ad PremiereNews

Il rientro sulla Terra del relitto spaziale sovietico Kosmos 482

By Valeria Mariani
Published 9 Maggio 2025
4 Min Read
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Un veicolo dimenticato del programma spaziale sovietico torna a farsi sentire

Dopo più di mezzo secolo in orbita terrestre, il modulo Kosmos 482, parte di un’ambiziosa missione sovietica del 1972 destinata a Venere, è pronto a rientrare nell’atmosfera terrestre nei prossimi giorni. Si tratta di un frammento poco noto ma significativo della corsa allo spazio dell’Unione Sovietica, inserito nel più ampio programma di esplorazione interplanetaria che, tra gli anni ’60 e ’80, portò a scoperte pionieristiche sul pianeta Venere.

 

La missione fallita e il mistero del modulo orbitante

Kosmos 482 nacque come parte del programma Venera, un’iniziativa progettata per sondare l’inospitale atmosfera e superficie venusiana. Dopo il lancio, il veicolo riuscì a entrare in orbita terrestre, ma fallì il tentativo di spingersi verso la sua destinazione finale. A causa di un malfunzionamento del sistema di propulsione, il modulo non acquisì la velocità necessaria per abbandonare l’orbita terrestre, rimanendo così intrappolato in una traiettoria ellittica di 210 x 9800 chilometri.

 

Il nome Kosmos veniva comunemente attribuito ai veicoli spaziali sovietici che non raggiungevano lo spazio profondo, come spiegato dalla NASA (https://nssdc.gsfc.nasa.gov/nmc/spacecraft/display.action?id=1972-023A), e Kosmos 482 rientra perfettamente in questa definizione. Due dei quattro frammenti della sonda si disintegrarono subito, mentre il modulo di discesa – la parte progettata per sopravvivere alla pressione e al calore venusiani – rimase in orbita per più di 50 anni.

 

Un rientro sulla Terra atteso per il 10 maggio 2025

Secondo Marco Langbroek, esperto di dinamica orbitale e autore del blog SatTrackCam Leiden (https://sattrackcam.blogspot.com), Kosmos 482 farà rientro sulla Terra il 10 maggio 2025 alle 7:34 UTC, anche se il margine di errore resta elevato (±15 ore). L’oggetto è stimato con una massa di circa 480 kg e dimensioni prossime a 1 metro, caratteristiche che lo rendono abbastanza robusto da sopravvivere al rientro atmosferico.

 

Langbroek sottolinea che, a causa della progettazione specifica del modulo, capace di affrontare l’atmosfera estremamente densa e calda di Venere, esiste una possibilità concreta che il veicolo arrivi al suolo quasi intatto. Con un sistema di paracadute presumibilmente fuori uso e batterie esauste, l’impatto potrebbe essere violento, seppur limitato a un’area relativamente contenuta.

 

Possibili scenari e rischi minimi

La traiettoria attuale di Kosmos 482, con un’inclinazione orbitale di 51,95°, include una vasta fascia del globo: il modulo potrebbe cadere in qualsiasi continente abitato, dalle Americhe all’Asia, dall’Africa all’Australia, senza escludere alcune zone dell’Europa meridionale. Tuttavia, considerando che oltre il 70% della superficie terrestre è coperta dagli oceani, l’ipotesi più probabile è un impatto in mare aperto.

 

Nonostante le incertezze, Langbroek rassicura che i rischi per la popolazione sono bassi, paragonabili a quelli rappresentati da piccoli meteoriti. Tuttavia, il rientro di un oggetto artificiale così antico e simbolico non passa inosservato, tanto per gli appassionati di storia spaziale quanto per gli osservatori scientifici.

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