L’identificazione di segnali precoci è oggi uno degli aspetti più cruciali per mitigare il rischio di un collasso improvviso sull’isola di La Palma, e quindi anche per prevenire un eventuale tsunami. Gli scienziati basano il loro lavoro sull’analisi di una serie di indicatori fisici e geochimici, che possono rivelare la crescente instabilità del Cumbre Vieja.
I principali sintomi monitorati includono:
- Aumento dell’attività sismica: sciami di terremoti a profondità sempre più superficiali sono uno dei primi segnali di pressione interna crescente. Uno sciame intenso, con eventi di magnitudo superiore a 4, sarebbe considerato un allarme importante.
- Deformazione del suolo: l’inclinazione e il sollevamento della superficie terrestre vengono misurati tramite reti GPS e interferometria radar satellitare (InSAR). Un’accelerazione della deformazione laterale, specialmente sul fianco occidentale del vulcano, sarebbe un chiaro campanello d’allarme.
- Emissione anomala di gas vulcanici: un aumento di emissioni di anidride carbonica (CO₂), anidride solforosa (SO₂) e idrogeno solforato (H₂S) può indicare movimenti di magma in risalita che potrebbero destabilizzare la struttura dell’isola.
- Fratturazioni superficiali: la formazione di nuove crepe o l’espansione di fratture esistenti viene attentamente monitorata. Crepe che si allungano rapidamente o si allargano possono preannunciare un collasso imminente.
- Modifiche della rete idrotermale: variazioni nella temperatura o nella composizione chimica delle sorgenti termali e dei geyser possono essere segnali di cambiamenti interni profondi.
Tecnologie di sorveglianza in uso a La Palma
Per raccogliere e analizzare questi segnali, sono oggi impiegate diverse tecnologie di avanguardia:
- Sismometri ad alta sensibilità, posizionati sia sulla superficie sia in profondità, per monitorare costantemente il movimento tellurico.
- GPS differenziale e stazioni GNSS che forniscono dati in tempo reale sui movimenti della crosta terrestre con precisione millimetrica.
- Satelliti Sentinel-1 e TerraSAR-X, utilizzati per la rilevazione di micro-spostamenti del terreno tramite interferometria radar.
- Spettrometri di gas vulcanici installati vicino alle bocche eruttive per analizzare le variazioni nell’emissione di gas.
- Droni geologici che effettuano missioni periodiche per la mappatura termica e topografica ad alta risoluzione.
Questi strumenti permettono di mantenere una sorveglianza continua e di trasmettere eventuali allarmi precoci alle autorità competenti, come il Pevolca (Plan de Emergencias Volcánicas de Canarias).
Quali sarebbero i tempi di reazione in caso di segnali critici
Secondo gli attuali protocolli di emergenza:
- In presenza di un aumento anomalo dell’attività sismica o deformativa, verrebbero attivati i piani di evacuazione selettivi entro 24 ore dall’identificazione del rischio.
- I sistemi di allerta tsunami sarebbero operativi in pochi minuti dall’evento di collasso, grazie al supporto di boe oceanografiche e radar costieri.
- Le popolazioni più vulnerabili, sia a La Palma sia lungo le coste più esposte come quelle di Tenerife e Gran Canaria, verrebbero informate mediante sistemi di allarme pubblico (sirene, messaggi telefonici di emergenza, media).
Tuttavia, bisogna ricordare che un collasso di grande portata sarebbe probabilmente preceduto da settimane o mesi di segnali evidenti, rendendo estremamente improbabile una sorpresa totale.