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Come evitare che il riposino pomeridiano rovini la qualità del sonno notturno

By Valeria Mariani
Published 20 Marzo 2025
7 Min Read
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Ti ritrovi a metà pomeriggio, intorno alle 13:00, con gli occhi che si chiudono da soli e la mente che fatica a restare concentrata. Così decidi di concederti una pausa: ti sdrai per venti o trenta minuti, chiudi le palpebre e ti risvegli con una sensazione di energia rinnovata. Ma, arrivata la notte, ti rigiri nel letto chiedendoti il motivo per cui non riesci ad addormentarti. La risposta potrebbe essere proprio quel pisolino ristoratore che, anziché aiutarti, ha mandato in tilt il ritmo naturale del tuo sonno.

 

I pisolini pomeridiani sono da sempre celebrati per la loro capacità di incrementare la vigilanza, migliorare l’umore e rafforzare la memoria. Ma, se mal gestiti, rischiano di interferire negativamente con il riposo notturno. Il segreto è capire in che modo il nostro corpo bilancia i cicli di veglia e sonno, attraverso il ritmo circadiano.

 

Il pisolino: un’arma a doppio taglio per il benessere psicofisico

Quando si parla di sonnellini diurni, è importante sapere che non tutti reagiscono allo stesso modo. Se programmato correttamente, il riposo breve aiuta a ristabilire l’energia mentale, stimola la concentrazione e contribuisce a supportare la salute psicologica e fisica. Tuttavia, se il pisolino si prolunga oltre il necessario, si rischia di incorrere in una spiacevole inerzia del sonno, che provoca confusione, intontimento e può rendere molto più difficile addormentarsi la sera.

 

La maggioranza delle persone sperimenta un fisiologico calo della vigilanza tra le 13:00 e le 16:00. Non è solo colpa di un pranzo abbondante: il vero responsabile è l’orologio biologico interno, che regola cicli di energia e stanchezza nell’arco della giornata. Questo spiega perché molte persone avvertono una forte sonnolenza proprio durante queste ore.

 

I benefici del power nap: quando e come farlo senza effetti collaterali

Le ricerche indicano che un sonnellino breve, svolto nel primo pomeriggio, può ridurre la stanchezza mentale, aumentare la prontezza e migliorare le prestazioni cognitive. La chiave è non superare i 20 minuti di durata. In questo modo, si evita di scivolare nelle fasi di sonno profondo, che rendono il risveglio molto più difficile e spiacevole.

 

Superare la soglia dei 30 minuti significa entrare nella fase di sonno a onde lente, da cui è complicato svegliarsi senza provare un senso di torpore. Questa condizione può protrarsi anche per un’ora dopo il risveglio, con conseguenze importanti per chi deve svolgere mansioni delicate, come prendere decisioni complesse o utilizzare macchinari pericolosi.

 

Un altro rischio del pisolino serale è quello di ridurre la cosiddetta pressione del sonno: quella naturale esigenza che ci spinge ad addormentarci la sera. Se questa spinta si indebolisce, il risultato è spesso un’insonnia difficile da gestire.

 

Quando il riposino non è un’opzione, ma una necessità

Per alcune categorie di persone, il pisolino pomeridiano rappresenta un vero e proprio strumento di sopravvivenza. I lavoratori su turni, ad esempio, affrontano continui cambi di orario, che compromettono la qualità del sonno notturno. Per loro, un breve sonnellino strategico prima di un turno notturno può essere cruciale per mantenere la lucidità mentale e ridurre i rischi di errori operativi.

 

Anche chi, a causa di genitorialità, impegni lavorativi o altre necessità, non riesce a dormire un numero sufficiente di ore durante la notte, può ricorrere a brevi riposi diurni per colmare il deficit di sonno accumulato.

 

Tuttavia, affidarsi in modo sistematico ai pisolini pomeridiani senza lavorare sulla qualità del riposo notturno rappresenta una soluzione temporanea e non sostenibile. Le persone che soffrono di insonnia cronica, ad esempio, dovrebbero evitare di dormire durante il giorno, per non peggiorare ulteriormente la loro qualità del sonno notturno.

 

Il riposino strategico degli atleti e dei professionisti ad alta concentrazione

Non sono soltanto i lavoratori notturni a trarre vantaggio dai pisolini ben studiati. Molti atleti professionisti integrano i sonnellini brevi nella loro routine quotidiana per favorire il recupero muscolare, potenziare la resistenza fisica e ottimizzare i tempi di reazione.

 

Secondo le ricerche della NASA, un riposo di 26 minuti ha aumentato del 34% le prestazioni degli operatori dei voli intercontinentali e ha migliorato del 54% la loro vigilanza. Risultati analoghi sono stati riscontrati tra personale sanitario, piloti ed equipaggi di volo, che beneficiano di pause brevi, ma mirate, per ridurre il rischio di errori causati dalla fatica mentale.

 

Le regole per un pisolino che non rovina la notte

Per ottenere i benefici senza compromettere il sonno notturno, il tempismo è fondamentale. La fascia ideale per addormentarsi è prima delle 14:00. Dopo quest’orario, il rischio è che il pisolino vada a interferire con l’addormentamento serale.

 

La durata ottimale si aggira tra i 10 e i 20 minuti. Questo arco temporale consente di rinfrescare la mente senza entrare in un sonno profondo. L’ambiente gioca un ruolo chiave: deve essere fresco, buio e silenzioso, simile alle condizioni di una camera da letto notturna. Per chi si trova in spazi rumorosi o illuminati, l’uso di mascherine per gli occhi e cuffie antirumore può facilitare l’addormentamento.

 

Nonostante i vantaggi, il pisolino pomeridiano non è adatto a tutti. L’età, il ritmo di vita e le abitudini di sonno individuali determinano se questa pratica può essere utile o dannosa. Chi riesce a trovare il proprio equilibrio tra sonno notturno e riposo diurno potrebbe scoprire un valido alleato per la propria energia quotidiana. Chi invece sperimenta un peggioramento della qualità del sonno dovrà probabilmente riconsiderare le proprie abitudini.

 

Il pisolino pomeridiano, se ben programmato, può essere una potente strategia per aumentare la concentrazione e migliorare l’umore. Se gestito male, rischia di diventare la causa principale delle notti insonni passate a fissare il soffitto.

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