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Erosione delle rocce e vulcani pacifici: il segreto nascosto dietro le calotte di ghiaccio della Terra

By Valeria Mariani
Published 16 Febbraio 2025
5 Min Read
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Il ruolo cruciale di rocce e vulcani nel clima terrestre degli ultimi 420 milioni di anni

Il clima del pianeta Terra ha attraversato, nel corso delle ere, fasi di calore estremo alternate a periodi in cui le superfici ghiacciate si sono estese in modo significativo. Tuttavia, la formazione delle calotte polari, elemento che oggi caratterizza le zone artiche e antartiche, rappresenta un fenomeno più raro di quanto si possa pensare osservando l’attuale stato del pianeta. Una ricerca basata su un modello climatico esteso agli ultimi 420 milioni di anni ha evidenziato come la comparsa di queste vaste distese di ghiaccio non sia casuale, bensì il risultato di un delicato equilibrio tra processi geologici distinti: l’erosione accelerata delle rocce e la ridotta attività dei vulcani più irrequieti.

 

Rocce erose e gas serra: un legame invisibile che raffredda il pianeta

Nell’ampio quadro temporale che abbraccia milioni di anni, la riduzione di anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera gioca un ruolo decisivo nel determinare il raffreddamento globale. Questo processo è strettamente legato all’erosione delle catene montuose, come le imponenti Alpi o la sconfinata dorsale dell’Himalaya, che contribuiscono all’alterazione chimica delle rocce silicee. Tale fenomeno comporta l’assorbimento di CO2 atmosferica, la quale viene progressivamente inglobata nei composti carbonatici e trascinata verso l’oceano dai fiumi, contribuendo così a raffreddare il clima globale.

 

Più la superficie rocciosa viene sottoposta a processi erosivi rapidi, più la quantità di anidride carbonica nell’aria tende a diminuire, abbassando le temperature medie e creando condizioni favorevoli all’espansione delle calotte di ghiaccio nei poli e nelle aree montane elevate.

 

Vulcani dormienti e aria più pura: meno CO2, più ghiaccio

Parallelamente a questo processo di erosione accelerata, un’altra variabile risulta fondamentale per comprendere la presenza delle calotte glaciali: la calma dei vulcani. Le eruzioni delle grandi catene vulcaniche, come quella dei Monti Andini in America Meridionale o l’attività del Pacifico, hanno sempre rappresentato uno dei principali meccanismi attraverso cui il pianeta rilascia gas serra, soprattutto CO2, nell’atmosfera.

 

Nei periodi in cui l’attività vulcanica si riduce notevolmente, il rilascio di anidride carbonica subisce un netto calo. Questo, unito all’azione erosiva delle rocce, amplifica l’effetto di raffreddamento planetario, portando il pianeta verso condizioni favorevoli alla formazione delle calotte glaciali.

 

Un pianeta oggi insolitamente freddo nella sua lunga storia

Sebbene le attuali temperature medie globali, spesso superiori ai 15 gradi Celsius, risultino elevate se confrontate con quelle registrate in epoche recenti, la visione d’insieme sul lungo arco temporale geologico rivela una realtà sorprendente. Gli ultimi milioni di anni corrispondono infatti a un periodo insolitamente freddo nella storia della Terra.

 

Nell’era attuale, denominata Quaternario, l’esistenza di calotte di ghiaccio in Antartide e in Groenlandia rappresenta una sorta di anomalia climatica rispetto ai precedenti periodi di caldo stabile, durante i quali persino le regioni polari erano in gran parte libere dai ghiacci.

 

Eruzioni e piogge: l’intreccio che governa le ere glaciali

Secondo il modello climatico sviluppato dagli studiosi, il raffreddamento sufficiente a permettere la formazione delle distese ghiacciate richiede quindi una duplice coincidenza temporale: da un lato, un’intensa erosione delle rocce che contribuisce a sottrarre CO2 all’atmosfera, e dall’altro, una fase di scarsa attività vulcanica, che limita il reintegro del gas serra.

 

Senza questa combinazione geologica, il clima terrestre sarebbe rimasto prevalentemente caldo e le calotte polari difficilmente avrebbero trovato spazio nel paesaggio del pianeta.

 

Montagne e vulcani: i custodi silenziosi del clima terrestre

Le grandi catene montuose, come le Ande, le Alpi o l’Himalaya, e le regioni vulcaniche attive, tra cui spiccano le aree dell’Oceano Pacifico e le terre dell’Indonesia, risultano dunque essere gli attori nascosti dietro le trasformazioni climatiche più profonde nella storia del pianeta.

 

Ogni fase di intensa erosione rocciosa o ridotta eruzione vulcanica ha lasciato una traccia profonda nella composizione atmosferica, determinando i destini climatici della Terra e rendendo possibile la formazione di ghiacci millenari oggi visibili sulle sommità delle calotte polari e lungo le vette più elevate dei continenti.

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