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L’uso di paracetamolo in gravidanza potrebbe aumentare il rischio di ADHD nei bambini

By Sabrina Verdi
Published 14 Febbraio 2025
5 Min Read
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Contents
Studi contrastanti sul paracetamolo e i disturbi neuroevolutiviUn nuovo metodo di analisi: biomarcatori nel sangue maternoIl ruolo della febbre e delle infezioni materneParacetamolo e alterazioni nel metabolismo placentareLimiti dello studio e implicazioni futureRiflessioni sulle linee guida mediche

L’assunzione di paracetamolo, noto anche come acetaminofene, durante la gravidanza potrebbe essere associata a un aumento del rischio di ADHD nei bambini, secondo un nuovo studio. Sebbene i risultati non siano definitivi, emergono nuove evidenze a supporto dell’ipotesi che questo analgesico comunemente utilizzato possa influenzare lo sviluppo neurologico fetale.

Studi contrastanti sul paracetamolo e i disturbi neuroevolutivi

Le ricerche precedenti sull’argomento hanno fornito dati discordanti. Un’indagine del 2019 su oltre 4700 bambini e le loro madri ha riscontrato un incremento del 20% del rischio di ADHD nei figli di donne che avevano assunto paracetamolo in gravidanza. Tuttavia, un’analisi successiva, pubblicata nel 2023, basata su 2,5 milioni di bambini, non ha trovato correlazioni significative quando si confrontavano fratelli esposti e non esposti al farmaco prima della nascita.

Uno dei principali problemi di questi studi è l’affidamento a dati auto-riferiti, poiché molte persone non ricordano esattamente se e quando hanno assunto il paracetamolo. Questo potrebbe spiegare perché solo il 7% delle donne coinvolte nello studio del 2019 ha dichiarato di aver usato il farmaco durante la gravidanza, mentre altre ricerche stimano che almeno il 50% delle future madri lo utilizzi.

Un nuovo metodo di analisi: biomarcatori nel sangue materno

Per ottenere dati più precisi, Brennan Baker e il suo team dell’Università di Washington a Seattle hanno adottato un approccio diverso. Hanno analizzato campioni di sangue prelevati da 307 donne afroamericane del Tennessee durante il secondo trimestre di gravidanza per individuare tracce di paracetamolo.

Successivamente, hanno monitorato lo sviluppo dei loro bambini fino all’età di 8-10 anni, confrontando la loro salute con quella della popolazione generale. Negli Stati Uniti, circa l’8% dei bambini tra i 5 e gli 11 anni riceve una diagnosi di ADHD.

I risultati hanno evidenziato che i figli delle donne con marcatori di paracetamolo nel sangue avevano una probabilità tripla di sviluppare ADHD rispetto a quelli nati da madri che non avevano assunto il farmaco. Questa correlazione è rimasta valida anche dopo aver considerato fattori come età materna, indice di massa corporea pre-gravidanza, stato socioeconomico e condizioni di salute mentale familiari.

Il ruolo della febbre e delle infezioni materne

Un aspetto da considerare è che la necessità di assumere paracetamolo potrebbe essere collegata a condizioni come febbre, infezioni o dolore, fattori già noti per influenzare negativamente lo sviluppo neurologico fetale.

Secondo Viktor Ahlqvist del Karolinska Institute in Svezia, lo studio non è stato in grado di distinguere se l’ADHD sia causato dal farmaco o dal motivo per cui è stato assunto. In altre parole, il problema potrebbe non essere il paracetamolo, ma le condizioni cliniche che ne hanno richiesto l’uso.

Paracetamolo e alterazioni nel metabolismo placentare

Per approfondire la questione, Baker e il suo team hanno esaminato 174 placente delle partecipanti e hanno rilevato che le donne che avevano assunto paracetamolo mostravano alterazioni nel metabolismo e nel sistema immunitario placentare.

Queste modifiche erano simili a quelle osservate in studi su animali gravidi, in cui l’uso del paracetamolo ha provocato un’attivazione del sistema immunitario anche in assenza di infezioni o altre condizioni mediche.

Secondo Baker, questa evidenza rafforza l’ipotesi che il farmaco stesso possa influenzare lo sviluppo cerebrale fetale. L’attivazione immunitaria durante la gravidanza è già stata collegata in passato a un maggiore rischio di disturbi neuroevolutivi nei bambini.

Limiti dello studio e implicazioni future

Nonostante le evidenze raccolte, i risultati non possono essere considerati conclusivi. Il numero di partecipanti era limitato e comprendeva solo donne afroamericane residenti nella stessa area geografica, il che potrebbe ridurre la generalizzabilità dei dati.

Inoltre, lo studio ha misurato la presenza di paracetamolo nel sangue solo in un singolo momento della gravidanza. Poiché il farmaco viene eliminato dall’organismo in circa 72 ore, è probabile che siano stati individuati solo gli utilizzatori più frequenti, senza fornire un quadro completo dell’esposizione totale al farmaco.

Riflessioni sulle linee guida mediche

Attualmente, il paracetamolo è il trattamento di prima scelta per dolore e febbre durante la gravidanza, considerato più sicuro rispetto ad altri farmaci antinfiammatori. Tuttavia, questi nuovi risultati suggeriscono che le principali autorità sanitarie, come la Food and Drug Administration degli Stati Uniti, potrebbero dover rivalutare le raccomandazioni ufficiali.

Lo studio aggiunge un nuovo tassello al dibattito scientifico, ma sono necessarie ulteriori indagini su larga scala per confermare o smentire il legame tra paracetamolo in gravidanza e il rischio di ADHD nei bambini.

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