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I pianeti abitabili potrebbero essersi formati subito dopo il Big Bang

By Valeria Mariani
Published 12 Febbraio 2025
3 Min Read
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Mondi con acqua liquida potrebbero essere apparsi già 200 milioni di anni dopo la nascita dell’universo

L’idea che pianeti rocciosi con condizioni favorevoli alla vita possano essersi formati nelle prime fasi dell’universo sta guadagnando sempre più attenzione tra gli astrofisici. Se fino a poco tempo fa si riteneva che la formazione planetaria fosse iniziata solo dopo l’accumulo di una quantità sufficiente di elementi pesanti rilasciati dalle supernove, nuove ipotesi suggeriscono che alcuni mondi potenzialmente abitabili potrebbero essere comparsi molto prima, forse già 200 milioni di anni dopo il Big Bang.

Contents
Mondi con acqua liquida potrebbero essere apparsi già 200 milioni di anni dopo la nascita dell’universoIl ruolo delle prime supernove nella nascita dei pianetiPianeti nati nell’universo primordialeLa vita potrebbe essere iniziata molto prima di quanto si pensasse

 

Il ruolo delle prime supernove nella nascita dei pianeti

Nei primi istanti dell’universo, la materia era costituita quasi esclusivamente da idrogeno ed elio, gli elementi più leggeri. Le prime stelle massicce, formatesi poco dopo il Big Bang, hanno rapidamente consumato il loro carburante, esplodendo come supernove e rilasciando nello spazio elementi più pesanti come carbonio, ossigeno, silicio e ferro, componenti essenziali per la formazione dei pianeti rocciosi.

 

Tradizionalmente, si pensava che questi elementi impiegassero miliardi di anni per diffondersi nello spazio e creare ambienti favorevoli alla formazione planetaria. Tuttavia, nuovi studi suggeriscono che, grazie alla rapidità del ciclo di vita delle prime stelle massicce, le prime supernove potrebbero aver arricchito il mezzo interstellare abbastanza velocemente da permettere la nascita di pianeti con acqua liquida in tempi molto più brevi.

 

Pianeti nati nell’universo primordiale

Il Sistema Solare è nato quando l’universo aveva circa 9 miliardi di anni, ma alcuni degli esopianeti più antichi mai scoperti risalgono a circa 12,8 miliardi di anni fa, solo 1 miliardo di anni dopo il Big Bang. Se questi mondi si sono formati così presto, è possibile che altri pianeti rocciosi con acqua siano apparsi in epoche ancora più remote.

 

Gli scienziati stanno cercando di capire se le condizioni dell’universo primordiale fossero compatibili con la presenza di acqua liquida, un elemento chiave per lo sviluppo della vita. Sebbene il giovane universo fosse caratterizzato da temperature estremamente elevate, l’espansione dello spazio ha rapidamente raffreddato le galassie neonate, creando ambienti dove l’acqua potrebbe aver resistito in forma liquida sulla superficie di alcuni pianeti rocciosi.

 

La vita potrebbe essere iniziata molto prima di quanto si pensasse

Se mondi abitabili si sono formati così presto, il processo di abiogenesi, ovvero l’origine della vita da composti chimici prebiotici, potrebbe essere iniziato molto prima di quanto si ipotizzava. Questo solleva nuove domande sull’antichità della vita nell’universo e sulla possibilità che civiltà extraterrestri possano aver avuto miliardi di anni di vantaggio rispetto alla nostra.

 

Le future osservazioni con telescopi avanzati, come il James Webb Space Telescope, potrebbero rivelare indizi sulla presenza di esopianeti antichi con tracce di atmosfere ricche di acqua o persino di biofirme, segni della presenza di forme di vita primitive.

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