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Scoperte oltre 50 nuove specie negli abissi al largo del Costa Rica

By Stefania Romano
Published 6 Febbraio 2025
4 Min Read
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Contents
Un decennio di esplorazioni nelle profondità oceanicheLe strane creature degli abissiUn polpo sconosciuto rilascia inchiostroUn ecosistema alimentato dal metanoUn hotspot di biodiversità nel PacificoIl futuro della ricerca sulle creature abissali

Un incredibile tesoro di biodiversità è stato rivelato negli abissi dell’Oceano Pacifico, vicino alle coste del Costa Rica. Un team di scienziati dell’Istituto di Oceanografia Scripps dell’UC San Diego ha identificato almeno 58 specie mai descritte prima, tra cui polpi, pesci, crostacei e vermi dalle forme insolite.

 

Un decennio di esplorazioni nelle profondità oceaniche

I risultati provengono da un’analisi approfondita condotta attraverso cinque spedizioni di ricerca e ben 63 immersioni subacquee tra il 2009 e il 2019. Durante queste missioni, i ricercatori hanno registrato un totale di 488 specie animali, segnando il più alto livello di biodiversità mai osservato in un’unica area di sfiato sottomarino.

 

Almeno 131 specie erano già note, mentre per 299 creature non è ancora chiaro se siano nuove o meno. Gli studiosi stanno ora lavorando per classificare queste affascinanti forme di vita sconosciute.

 

Le strane creature degli abissi

Tra le scoperte più sorprendenti vi sono:

 

  • Piccoli polpi, forse appartenenti a un nuovo genere.
  • Granchi yeti, caratterizzati da una fitta peluria sulle chele.
  • Vermi dall’aspetto alieno, che si nutrono grazie a batteri simbionti.
  • Aragoste squat, crostacei dalle lunghe chele.
  • Cozze e vongole giganti, adattate a vivere vicino alle sorgenti di metano.
  • Stelle marine sottili, mai viste prima in questa zona.

Un polpo sconosciuto rilascia inchiostro

Uno degli avvistamenti più affascinanti è stato quello di un polpo appartenente alla famiglia Octopodoidea, osservato mentre rilasciava inchiostro nel buio degli abissi. Secondo i ricercatori, potrebbe trattarsi di una specie e persino di un genere ancora non classificato.

 

Un ecosistema alimentato dal metano

La scoperta di così tante nuove specie è legata all’unica geologia sottomarina della regione. La Placca di Cocos, sprofondando sotto la Placca Caraibica lungo la Fossa di Mezzo America, genera una serie di sorgenti di metano. Questi sfiati sottomarini, presenti in oltre 100 siti, si trovano a circa 50 chilometri dalla costa, estendendosi dal Nicaragua meridionale fino alla Penisola di Osa.

 

Qui, il metano rilasciato dal fondale marino diventa la fonte di energia per batteri chemosintetici, che creano una rete alimentare indipendente dalla luce solare. Questi microrganismi rappresentano il primo anello della catena trofica, nutrendo una sorprendente varietà di creature abissali.

 

Un hotspot di biodiversità nel Pacifico

Questa non è la prima volta che gli scienziati rimangono stupiti dalla ricchezza biologica delle profondità oceaniche costaricane.

 

Nel 2019, una missione condotta dalla nave Falkor dell’Istituto Oceanico Schmidt ha esplorato i monti sottomarini vicino al Parco Nazionale dell’Isola del Coco, rivelando un insieme di creature mai viste prima.

 

Più recentemente, un altro studio ha portato alla scoperta di quattro nuove specie di polpi abissali e di una misteriosa area sottomarina chiamata “Skate Park”, un vero e proprio asilo nido per razze delle profondità.

 

Il futuro della ricerca sulle creature abissali

Charlotte Seid, autrice principale dello studio e responsabile della Collezione di Invertebrati Bentici presso l’Istituto di Oceanografia Scripps, ha sottolineato l’importanza della ricerca:

 

“Speriamo che questa risorsa ricca di informazioni e liberamente disponibile rafforzi la ricerca, l’educazione e la conservazione della biodiversità delle profondità marine, oltre a stabilire un alto standard scientifico per ispirare studi altrettanto completi in altre parti del mondo.”

 

Lo studio, pubblicato sulla rivista ZooKeys, rappresenta un passo fondamentale nella conoscenza degli ecosistemi sottomarini e potrebbe portare a nuove scoperte sulle forme di vita che abitano i misteriosi fondali oceanici.

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