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Marte potrebbe avere un nucleo solido: una scoperta che cambia la nostra comprensione del Pianeta Rosso

By Stefania Romano
Published 5 Febbraio 2025
4 Min Read
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Contents
La missione InSight e il ruolo della sismologia marzianaDubbi e perplessità nella comunità scientificaLe implicazioni per la ricerca su Marte

Una recente analisi sismica ha portato alla luce nuove informazioni sulla struttura interna di Marte, suggerendo che il pianeta potrebbe avere un nucleo interno solido, simile a quello della Terra. Questa scoperta potrebbe risolvere alcuni dei misteri legati alla sua geologia e alla sua evoluzione, ma non tutti gli esperti sono convinti delle prove disponibili.

 

Gli scienziati hanno studiato i terremoti marziani, registrati grazie alla missione InSight della NASA, per analizzare la propagazione delle onde sismiche attraverso il pianeta. I dati ottenuti indicano che Marte potrebbe avere una struttura stratificata, con un nucleo esterno liquido che racchiude un nucleo interno solido, proprio come avviene sulla Terra. Tuttavia, la comunità scientifica rimane cauta nel trarre conclusioni definitive, poiché le prove disponibili non sono ancora abbastanza numerose per confermare con certezza questa ipotesi.

 

La missione InSight e il ruolo della sismologia marziana

La missione InSight, lanciata dalla NASA nel 2018, è stata progettata per studiare l’interno di Marte attraverso il monitoraggio dell’attività sismica. Il sismometro SEIS, installato sulla superficie del pianeta, ha permesso di rilevare e analizzare i marsquakes, ovvero i terremoti marziani, offrendo un’opportunità unica per comprendere la struttura interna del pianeta.

 

Le onde sismiche viaggiano a velocità diverse a seconda della densità e dello stato fisico dei materiali attraversati. Analizzando il loro comportamento, gli scienziati possono dedurre la composizione e la struttura delle profondità marziane. I nuovi dati suggeriscono che, oltre al nucleo esterno liquido, potrebbe esistere un nucleo interno solido, simile a quello terrestre.

 

Se confermata, questa scoperta potrebbe cambiare la nostra comprensione dell’evoluzione geologica di Marte. La presenza di un nucleo solido potrebbe influenzare il modo in cui il pianeta ha perso il suo campo magnetico miliardi di anni fa, un evento che ha reso la sua atmosfera vulnerabile all’azione del vento solare, trasformandolo in un mondo arido e inospitale.

 

Dubbi e perplessità nella comunità scientifica

Nonostante l’entusiasmo suscitato dalla ricerca, alcuni scienziati restano scettici. Simon Stähler, dell’ETH di Zurigo, ha sottolineato che le prove sismologiche a supporto dell’esistenza di un nucleo solido sono ancora limitate. La difficoltà principale risiede nel numero ridotto di terremoti marziani analizzati, che rende più complesso tracciare un quadro definitivo della struttura interna del pianeta.

 

Altri esperti suggeriscono che potrebbero esserci spiegazioni alternative per i dati raccolti. Ad esempio, la presenza di materiali con composizioni diverse all’interno del nucleo esterno potrebbe influenzare il modo in cui le onde sismiche si propagano, creando un effetto simile a quello di un nucleo solido senza che esso sia realmente presente.

 

Per ottenere risposte più definitive, saranno necessarie ulteriori osservazioni e, possibilmente, future missioni che possano fornire strumenti più avanzati per l’esplorazione dell’interno di Marte.

 

Le implicazioni per la ricerca su Marte

Se l’esistenza di un nucleo solido venisse confermata, questa scoperta avrebbe importanti implicazioni non solo per la comprensione della geologia marziana, ma anche per la ricerca sulla sua storia climatica e sulla possibilità che abbia ospitato vita in passato. Il confronto tra la struttura di Marte e quella della Terra potrebbe inoltre offrire nuovi indizi sull’evoluzione dei pianeti rocciosi nel Sistema Solare.

 

La comunità scientifica continuerà a esaminare i dati raccolti da InSight e a confrontarli con modelli teorici e simulazioni per verificare l’ipotesi del nucleo solido. Nel frattempo, la scoperta accende nuove domande e apre scenari affascinanti per il futuro dell’esplorazione di Marte.

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