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Siccità: un futuro sempre più arido con impatti globali in aumento

By Massimo Martini
Published 17 Gennaio 2025
5 Min Read
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Contents
Un fenomeno globale, ma con epicentri regionaliLe megasiccità: una nuova normalità?Impatti su ecosistemi e risorseL’Europa e la necessità di nuovi datiUn appello ai decisori politici

Le siccità stanno diventando un fenomeno sempre più esteso, intenso e duraturo, configurandosi come una delle manifestazioni più evidenti del cambiamento climatico. Un recente studio pubblicato su Science, guidato da Liangzhi Chen dell’Istituto federale svizzero per lo studio delle foreste, della neve e del paesaggio (WSL), ha analizzato l’andamento globale delle siccità negli ultimi 40 anni. Il lavoro, al quale ha contribuito anche l’italiana Francesca Pellicciotti dell’Istituto di Scienza e Tecnologia dell’Austria (ISTA), rivela un preoccupante aumento sia nella frequenza che nella durata di questi eventi estremi.

 

Un fenomeno globale, ma con epicentri regionali

Tra il 1980 e il 2018, i ricercatori hanno mappato oltre 13.000 episodi di siccità, durati almeno due anni, utilizzando dati sulle anomalie nelle precipitazioni, modelli di evaporazione del suolo e immagini satellitari. Le regioni più colpite includono gli Stati Uniti occidentali, la Mongolia e, soprattutto, l’Australia sud-orientale, dove si registrano alcune delle siccità più devastanti.

Secondo i risultati dello studio, ogni anno il territorio globale colpito dalla siccità si espande di circa 50.000 chilometri quadrati, una superficie equivalente all’intero Costa Rica. Questo incremento rappresenta una minaccia crescente per gli ecosistemi e le comunità umane, già messe a dura prova dalla scarsità di risorse idriche e dalla perdita di biodiversità.

 

Le megasiccità: una nuova normalità?

Uno degli aspetti più inquietanti emersi dalla ricerca è la prospettiva che le megasiccità, ovvero eventi che si protraggono per decenni, possano diventare una costante. Episodi come quello negli Stati Uniti occidentali (2000-2018) o in Cile, dove una siccità lunga 15 anni ha quasi prosciugato le riserve idriche nazionali, sono esempi di come questi fenomeni stiano già avendo impatti devastanti su scala regionale.

Francesca Pellicciotti sottolinea che le strategie attuali di mitigazione, focalizzate su eventi stagionali o annuali, non sono sufficienti per affrontare le nuove sfide poste da siccità prolungate. Le soluzioni future devono tenere conto della possibilità che tali eventi si intensifichino ulteriormente, soprattutto in un contesto di cambiamento climatico.

 

Impatti su ecosistemi e risorse

Le conseguenze delle siccità estreme si manifestano su più livelli. Gli ecosistemi, privati delle risorse idriche, perdono la capacità di rigenerarsi, causando un impoverimento della biodiversità. Le praterie delle zone temperate risultano essere le più vulnerabili, mentre le foreste tropicali e quelle boreali dimostrano una maggiore capacità di adattamento.

Le foreste tropicali possono resistere meglio grazie a riserve idriche naturali che compensano gli effetti della siccità, mentre le foreste boreali, dominate da conifere, sono influenzate più dalle temperature che dalla disponibilità d’acqua. In alcune regioni boreali, infatti, il riscaldamento globale sta paradossalmente favorendo la crescita vegetativa.

La perdita di risorse idriche non colpisce solo gli ecosistemi, ma ha anche ripercussioni economiche e sociali dirette. Le carenze prolungate di precipitazioni compromettono i raccolti, aumentano la mortalità degli alberi e aggravano le condizioni di vita delle comunità agricole, costrette a far fronte a una crescente insicurezza alimentare.

 

L’Europa e la necessità di nuovi dati

Sebbene lo studio non indichi l’Europa tra le regioni più colpite, Francesca Pellicciotti avverte che i dati utilizzati arrivano solo fino al 2018. Gli eventi siccitosi degli ultimi anni, come quelli che hanno interessato il sud della Francia, la Spagna e l’Italia, potrebbero dipingere un quadro diverso, evidenziando un coinvolgimento più significativo del continente europeo.

Progetti come MegaWat, finanziati a livello europeo e guidati dalla stessa Pellicciotti, mirano a studiare le implicazioni delle siccità in Europa, con un focus particolare sulla gestione sostenibile delle risorse idriche.

 

Un appello ai decisori politici

Lo studio rappresenta un chiaro invito all’azione per i decisori politici, chiamati a sviluppare strategie di adattamento e mitigazione più efficaci e a lungo termine. La gestione delle risorse idriche deve diventare una priorità assoluta, soprattutto in quelle aree già soggette a stress idrico.

In un contesto di cambiamenti climatici accelerati, ignorare la crescente minaccia delle siccità equivale a compromettere la resilienza degli ecosistemi e la sicurezza delle comunità umane. La consapevolezza di questa emergenza deve tradursi in interventi concreti, capaci di preservare non solo le risorse naturali ma anche il benessere delle generazioni future.

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