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Premio al progetto Epta: riconoscimento per le onde gravitazionali

By Stefania Romano
Published 11 Gennaio 2025
5 Min Read
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Il prestigioso Group Achievement Award, conferito ogni anno dalla Royal Astronomical Society (Ras), è stato assegnato nel 2025 allo European Pulsar Timing Array (Epta), un progetto scientifico internazionale con una forte componente italiana. Questo riconoscimento si colloca nel quadro delle eccellenze della ricerca astrofisica e geofisica, e sottolinea l’importanza di una collaborazione globale per svelare i misteri dell’universo.

Contents
L’importanza del premio della Royal Astronomical SocietyChe cos’è l’Epta?Un’impresa scientifica internazionaleL’Italia nell’Epta: una presenza fondamentaleSuccessi e prospettive future

 

L’importanza del premio della Royal Astronomical Society

Fondata nel 1820, la Royal Astronomical Society è uno degli enti più rispettati a livello globale nel campo della scienza. Ogni anno assegna premi per celebrare i risultati più rilevanti in ambito astrofisico e geofisico. Il Group Achievement Award, già conferito in passato a progetti come Ligo (2019) e Event Horizon Telescope (2021), quest’anno è andato a un’iniziativa che si distingue per la sua visione di lungo termine: l’Epta. Questo progetto, nato nei primi anni Duemila, si dedica allo studio delle onde gravitazionali a bassissima frequenza utilizzando un insieme di pulsar, veri e propri “orologi cosmici”.

 

Che cos’è l’Epta?

L’European Pulsar Timing Array si basa su un’intuizione straordinaria: sfruttare le pulsar per rivelare l’esistenza di onde gravitazionali a lunghissima lunghezza d’onda. Le pulsar, stelle di neutroni densissime e piccolissime, emettono impulsi regolari di radiazione elettromagnetica mentre ruotano su se stesse. Alcune di queste, dette pulsar a millisecondo, possono ruotare fino a 716 volte al secondo. Grazie a queste straordinarie proprietà, le pulsar sono strumenti ideali per rilevare minime perturbazioni dello spaziotempo, come quelle causate dal passaggio di onde gravitazionali prodotte da sistemi binari di buchi neri supermassicci.

 

Le onde gravitazionali studiate dall’Epta hanno frequenze comprese tra 1 e 100 nanohertz. Per comprendere l’enormità di queste lunghezze d’onda, basta pensare che si estendono da 0,3 anni luce (circa mille volte la distanza tra il Sole e Nettuno) fino a 30 anni luce (tre volte la distanza dalla stella Sirio).

 

Un’impresa scientifica internazionale

L’Epta è una collaborazione che coinvolge oltre 80 ricercatori e una dozzina di istituti scientifici. Il suo lavoro si fonda sull’osservazione simultanea di una sessantina di pulsar con alcuni dei più grandi radiotelescopi europei, tra cui:

 

  • Effelsberg, in Germania;
  • Jodrell Bank, nel Regno Unito;
  • Nançay, in Francia;
  • Westerbork, nei Paesi Bassi;
  • il Sardinia Radio Telescope (Srt), situato vicino a San Basilio, in Sardegna.

 

Proprio il contributo italiano, attraverso l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), è stato fondamentale per il successo del progetto. L’Srt, uno dei radiotelescopi più avanzati al mondo, è diventato una parte cruciale delle osservazioni grazie al lavoro pionieristico di Nichi D’Amico, considerato il “padre” del progetto in Italia. Il suo impegno ha gettato le basi per un team che ancora oggi continua a dare un contributo fondamentale.

 

L’Italia nell’Epta: una presenza fondamentale

Tra i protagonisti italiani del progetto, spiccano nomi di grande rilievo come Andrea Possenti, Marta Burgay, Delphine Perrodin, Caterina Tiburzi e il dottorando Francesco Iraci. Questo gruppo ha sede presso l’Osservatorio Astronomico di Cagliari e si occupa di aspetti fondamentali della ricerca, tra cui l’analisi degli effetti del mezzo interstellare sui segnali delle pulsar. Al loro lavoro si aggiunge il contributo dell’Università di Milano Bicocca, guidata da Alberto Sesana, e del Gran Sasso Science Institute (Gssi).

 

Successi e prospettive future

I risultati raggiunti dall’Epta sono frutto di oltre vent’anni di lavoro. Nel 2021 è stata pubblicata una prima analisi dei dati raccolti, seguita nel 2023 da una nuova release che ha perfezionato i parametri per la rilevazione delle onde gravitazionali. Questo approccio collaborativo, che unisce strumentazione all’avanguardia e competenze internazionali, ha permesso di costruire un modello di successo basato sulla condivisione di dati e risorse.

 

Come sottolinea Andrea Possenti, «il successo dell’Epta dimostra quanto sia cruciale la cooperazione internazionale nel campo della ricerca scientifica. Unire mezzi tecnici e capacità intellettuali di tanti scienziati è stato il fattore determinante per raggiungere risultati di questo livello».

 

La Royal Astronomical Society, nel motivare l’assegnazione del premio, ha lodato l’Epta per il suo carattere inclusivo e collaborativo, definendolo un esempio virtuoso di cooperazione internazionale e generazionale. La cerimonia ufficiale di premiazione avverrà nei prossimi mesi, confermando il ruolo centrale dell’Epta nella comunità scientifica globale.

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