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Quando un acceleratore di particelle ha aiutato a scoprire le opere perdute di Archimede

By Antonio Lombardi
Published 9 Dicembre 2024
6 Min Read
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Quando un acceleratore di particelle ha aiutato a scoprire le opere perdute di Archimede

Contents
Le Radici dell’Innovazione: Archimede di SiracusaUn Genio Senza TempoScoperte e LeggendeIl Destino di un Manoscritto: Dalla Distruzione alla RinascitaUn Tesoro PerdutoLa Scoperta del Codex CLa Rinascita di Archimede nel XXI SecoloUn Progetto InternazionaleLa Tecnologia al Servizio della StoriaUn Eredità InestimabileIl Valore del PalinsestoUn Dono Inaspettato

Un Viaggio nel Tempo: Dall’Antica Grecia ai Moderni Acceleratori di Particelle

La storia della scienza è costellata di incontri inaspettati e connessioni sorprendenti. Tra queste, una delle più affascinanti è quella che lega i matematici dell’Antica Grecia agli acceleratori di particelle moderni. Questo racconto ci porta attraverso due millenni, tre continenti e innumerevoli progressi scientifici, rivelando una delle storie più strane e importanti della storia della scienza.

Le Radici dell’Innovazione: Archimede di Siracusa

Un Genio Senza Tempo

Archimede di Siracusa, nato intorno al 287 a.C. in Sicilia, è una figura centrale nella storia della scienza. Durante i suoi circa 75 anni di vita, ha gettato le basi della matematica, della fisica e dell’ingegneria come le conosciamo oggi. Archimede ha rivoluzionato il nostro modo di vedere l’universo, piantando semi di idee che avrebbero germogliato nei secoli successivi. Tra le sue invenzioni più celebri c’è la vite di Archimede, un dispositivo semplice ma ingegnoso che permette di pompare acqua verso l’alto. Questo strumento ha permesso agli agricoltori di irrigare i campi per millenni e, in epoca moderna, è stato adattato come generatore elettrico, sfruttando l’energia di piccoli corsi d’acqua.

Scoperte e Leggende

Archimede è noto anche per il principio che porta il suo nome, scoperto mentre si trovava nella vasca da bagno. Secondo la leggenda, l’intuizione fu così travolgente che corse nudo per le strade gridando “Eureka!”. Inoltre, Archimede fu un matematico avanti di quasi due millenni, sviluppando concetti che avrebbero portato al calcolo infinitesimale. Isaac Newton, uno dei giganti della scienza, si è basato sulle spalle di Archimede per le sue scoperte.

Il Destino di un Manoscritto: Dalla Distruzione alla Rinascita

Un Tesoro Perduto

Nonostante il suo immenso contributo, abbiamo pochissime prove dirette del lavoro di Archimede. I suoi scritti originali sono andati perduti nei secoli, e solo tre copie sono sopravvissute fino ai giorni nostri. Una di queste, conosciuta come “Codex C”, rischiò di scomparire per sempre nel 1229 d.C. in un monastero vicino a Gerusalemme. Un monaco di nome Johannes Myronas, in cerca di pergamena per copiare un libro di preghiere, decise di riutilizzare un manoscritto di 200 anni contenente appunti matematici. Ignaro del suo valore, Johannes cancellò il testo originale per scrivere il suo Euchologion, un processo noto come palinsesto.

La Scoperta del Codex C

Per circa 700 anni, il manoscritto di Johannes rimase nascosto, fino a quando nel 1906 Johan Ludvig Heiberg, professore di storia della matematica, identificò alcune linee sbiadite come opera di Archimede. Da quel momento, il manoscritto iniziò un viaggio turbolento, scomparendo e riapparendo nel corso dei decenni. Nel 1998, fu messo all’asta a New York e acquistato da un collezionista anonimo per 2 milioni di dollari. Questo evento segnò l’inizio di una nuova era per il manoscritto, grazie alla generosità del nuovo proprietario che permise agli esperti di studiarlo.

La Rinascita di Archimede nel XXI Secolo

Un Progetto Internazionale

Il manoscritto, ora noto come il Palinsesto di Archimede, divenne oggetto di un progetto internazionale di ricerca. Grazie a tecniche avanzate, gli studiosi riuscirono a rivelare il testo nascosto. Nigel Wilson, un accademico di Cambridge, intuì che l’uso di una lampada a ultravioletti avrebbe potuto svelare molto più di quanto fosse stato letto in precedenza. Tuttavia, non tutte le pagine risposero a questo metodo, e fu necessaria un’altra intuizione per svelare completamente il contenuto.

La Tecnologia al Servizio della Storia

Uwe Bergmann, un fisico tedesco, propose di utilizzare un acceleratore di particelle per bombardare il manoscritto con fotoni a raggi X. Questa tecnica permise di far fluorescere il ferro presente nell’inchiostro, rivelando il testo originale. Come per magia, il lavoro di Archimede riemerse, mostrando non solo testi già noti, ma anche opere mai viste prima. Tra queste, una versione greca di “Sui Corpi Galleggianti”, il primo lavoro noto sull’idrostatica, e “Il Metodo dei Teoremi Meccanici”, che suggeriva che Archimede avesse esplorato il concetto di infinito.

Un Eredità Inestimabile

Il Valore del Palinsesto

Il Palinsesto di Archimede è stato descritto come l’ottava meraviglia del mondo, un tesoro inestimabile che ci permette di rileggere la mente di uno dei più grandi pensatori della civiltà occidentale. Will Noel, curatore di manoscritti e libri rari, ha sottolineato l’importanza di questo ritrovamento, affermando che non esiste nulla di paragonabile nel mondo antico.

Un Dono Inaspettato

Ironia della sorte, il manoscritto non sarebbe mai sopravvissuto se non fosse stato per il monaco Johannes, che inconsapevolmente lo preservò all’interno di un libro di preghiere cristiano. Questo atto di riutilizzo ha permesso al manoscritto di essere custodito e protetto per secoli, fino a quando la tecnologia moderna non è stata in grado di riportarlo alla luce. Un dono inaspettato, che continua a ispirare e a illuminare il nostro cammino nella comprensione della storia della scienza.

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