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Scheletro antico composto da almeno 7 persone nate a migliaia di anni di distanza

By Sabrina Verdi
Published 5 Dicembre 2024
5 Min Read
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Scheletro antico composto da almeno 7 persone nate a migliaia di anni di distanza

Contents
La scoperta di PommerœulUn’anomalia stratigraficaIl mistero del fermaglio ⁢osseoAnalisi e​ rivelazioniUn puzzle di ossaIl cranio enigmaticoIpotesi e interpretazioniUn assemblaggio⁢ intenzionale?Un’eredità neolitica

Un’antica scoperta in Belgio ha⁤ rivelato un mistero archeologico che ha affascinato studiosi e appassionati di storia. Un scheletro ‌ rinvenuto a Pommerœul, inizialmente ritenuto appartenente a un‌ singolo individuo, si è rivelato essere un assemblaggio⁤ di resti di almeno sette persone, vissute in epoche⁣ diverse.‍ Questa scoperta ha sollevato numerosi interrogativi⁤ sulla pratica delle sepolture ‍e ⁢sulle interazioni tra diverse culture nel ⁢corso dei millenni.

La scoperta di Pommerœul

Nel cuore del Belgio,⁤ durante gli scavi ⁣degli anni ’70, gli archeologi hanno portato alla luce un sito di sepoltura che ha subito attirato l’attenzione per la sua ​unicità. Tra le ⁤76 sepolture a cremazione, una inumazione si distingueva per‍ la sua particolarità. Gli esperti, ⁣basandosi su un oggetto trovato accanto ai⁤ resti, ⁤avevano inizialmente datato la ⁢sepoltura al periodo romano, tra il‍ secondo e​ il terzo secolo d.C. Tuttavia, ulteriori analisi hanno rivelato‍ una storia ben più complessa.

Un’anomalia stratigrafica

La sepoltura in questione si trovava in uno strato stratigrafico più profondo⁣ rispetto alle altre, suggerendo una ​datazione diversa. La‍ posizione‌ del corpo, flesso ‍sul lato destro, era⁤ atipica per il periodo romano, quando le sepolture‍ supine erano ⁤la ‌norma.⁢ Questo dettaglio ha portato gli‌ studiosi a riconsiderare ‍l’interpretazione iniziale, suggerendo una possibile origine⁣ nel Neolitico Tardo.

Il mistero del fermaglio ⁢osseo

Un elemento che ha complicato ulteriormente l’analisi è stato ⁢il ritrovamento di un fermaglio ⁤osseo di epoca romana ​vicino⁣ al⁢ cranio. Questo oggetto ha ‍sollevato‌ domande sulla​ sua⁤ presenza in una sepoltura che, per altri aspetti, sembrava appartenere​ a un’epoca molto più‌ antica. La⁤ discrepanza ⁣tra la datazione del ‌fermaglio e quella dei resti⁢ ha spinto ⁣gli studiosi a ‍indagare più a fondo.

Analisi e​ rivelazioni

Nel 2019, un’analisi al radiocarbonio ​ha fornito nuove informazioni, suggerendo⁣ che, sebbene le sepolture a cremazione ⁢fossero effettivamente di epoca ‍romana, l’inumazione risaliva al Neolitico Tardo, migliaia ‍di anni ‌prima. Questo ha portato a⁤ una nuova⁢ fase di studio e a scoperte sorprendenti.

Un puzzle di ossa

Esaminando i resti, il team di ricerca ha scoperto che lo scheletro era ​composto ​da ​ossa ⁢appartenenti⁢ a sette individui diversi. Questi ​individui,‌ vissuti in periodi distinti, erano ‌stati assemblati‌ in ‌un unico​ scheletro. La variabilità delle datazioni suggeriva che ‍le persone⁢ fossero vissute e‌ morte in almeno tre ‍periodi ⁣differenti.

Il cranio enigmatico

Il cranio, in​ particolare, ha rappresentato un enigma.‌ Sebbene la datazione al radiocarbonio‍ non fosse‍ conclusiva, l’analisi del DNA ha​ rivelato una stretta ⁤somiglianza con due individui sepolti in un ‌cimitero romano a 150⁢ chilometri di⁢ distanza, risalente a circa 1.800 anni‌ fa. Questo ha sollevato ulteriori ‌domande su come e perché questi resti siano ‍stati assemblati.

Ipotesi e interpretazioni

Gli studiosi hanno ​avanzato diverse ipotesi per spiegare questa scoperta insolita. Una possibilità è che l’inumazione ⁣composita sia stata disturbata durante l’interramento‍ delle cremazioni nel ⁢periodo​ gallo-romano. In questo scenario, la comunità⁣ romana potrebbe‌ aver​ aggiunto un cranio per completare l’“individuo”, o sostituito un cranio neolitico con uno di‌ epoca romana.

Un assemblaggio⁢ intenzionale?

Un’altra teoria suggerisce che ⁤lo⁣ scheletro ‍sia stato ⁢assemblato interamente durante l’epoca romana, utilizzando un cranio relativamente recente⁣ e ossa “localmente reperite” dal Neolitico. Tuttavia, questa ipotesi è meno ⁢probabile, data l’assenza di‍ esempi simili⁢ e la posizione del corpo nella tomba.

Un’eredità neolitica

L’ipotesi​ più accreditata è‌ che il ‍sepolcro composito sia stato inizialmente assemblato da un gruppo neolitico locale. Circa ⁢2.500 anni dopo, gli abitanti gallo-romani della zona potrebbero aver disturbato e “restaurato” la‌ sepoltura. Questa teoria‌ è supportata dalla disposizione del corpo e‌ dalla mancanza di esempi di assemblaggi simili ⁣durante l’epoca romana.

La scoperta di Pommerœul continua a stimolare il dibattito tra gli studiosi,‌ offrendo‌ uno sguardo affascinante sulle pratiche funerarie e sulle ⁤interazioni ⁢culturali attraverso i​ secoli. ⁢Sebbene‍ molte domande rimangano senza risposta, questa scoperta rappresenta un importante contributo alla comprensione ‍della storia umana e delle sue complessità.

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