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IfLScience abbiamo domande. Come finiscono le città sommerse?

By Stefano Diaz
Published 23 Settembre 2024
6 Min Read
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IfLScience abbiamo domande. Come finiscono le città sommerse?

IfLScience abbiamo domande. Come finiscono le città sommerse?

Le città sommerse, conosciute anche come insediamenti sommersi, possono sembrare leggende, ma sono realtà concrete. Sebbene la loro migrazione sott’acqua le renda più difficili da individuare, questo fenomeno può anche preservarle molto meglio rispetto a quanto accadrebbe se rimanessero in superficie. Il professor Jon Henderson, esperto di archeologia marina e capo del dipartimento di Archeologia all’Università di Edimburgo, è ben consapevole di questa dinamica. Le sue ricerche lo hanno portato dai crannog ghiacciati della Scozia all’antica città sommersa di Pavlopetri, situata nella Laconia meridionale, in Grecia.

Le cause della sommersione delle città

Fenomeni naturali

Le città sommerse possono finire sott’acqua a causa di vari fenomeni naturali. Uno dei principali è l’innalzamento del livello del mare, spesso legato ai cambiamenti climatici. Durante l’ultima era glaciale, ad esempio, il livello del mare era molto più basso rispetto a oggi. Con lo scioglimento dei ghiacci, il livello del mare è aumentato, sommergendo molte aree costiere. Un altro fenomeno naturale che può causare la sommersione di città è l’attività sismica. I terremoti possono provocare il cedimento del terreno, facendo sprofondare intere città sotto il livello del mare. Anche i maremoti, o tsunami, possono avere effetti devastanti, inondando rapidamente vaste aree costiere.

Intervento umano

Oltre ai fenomeni naturali, anche l’intervento umano può contribuire alla sommersione delle città. La costruzione di dighe e bacini artificiali può portare all’inondazione di aree abitate. Un esempio famoso è la città di Heracleion, situata vicino alla costa egiziana, che è stata sommersa a causa di un cedimento del terreno aggravato dall’attività umana. Inoltre, l’estrazione di risorse naturali come il petrolio e il gas può causare il cedimento del terreno, portando alla sommersione di intere aree.

Strumenti e tecniche dell’archeologia marina

Rilevamento e mappatura

Per individuare e studiare le città sommerse, gli archeologi marini utilizzano una serie di strumenti avanzati. Uno dei più importanti è il sonar a scansione laterale, che permette di creare immagini dettagliate del fondale marino. Questo strumento invia onde sonore verso il fondo e misura il tempo impiegato per il loro ritorno, creando una mappa dettagliata delle strutture sommerse. Un altro strumento fondamentale è il magnetometro, che rileva le anomalie magnetiche nel fondale, indicando la presenza di strutture metalliche o di pietra.

Documentazione e conservazione

Una volta individuate le città sommerse, gli archeologi devono documentarle e conservarle. La fotogrammetria subacquea è una tecnica che permette di creare modelli tridimensionali delle strutture sommerse utilizzando fotografie scattate da diverse angolazioni. Questi modelli possono essere utilizzati per studiare le strutture in dettaglio senza doverle rimuovere dal loro ambiente naturale. Inoltre, gli archeologi utilizzano tecniche di conservazione in situ per proteggere le strutture sommerse dall’erosione e dalla crescita di organismi marini.

Il futuro dell’archeologia marina

Nuove tecnologie

L’archeologia marina è un campo in continua evoluzione, grazie all’introduzione di nuove tecnologie. I droni subacquei, ad esempio, stanno rivoluzionando il modo in cui gli archeologi esplorano le città sommerse. Questi veicoli autonomi possono raggiungere profondità maggiori rispetto ai subacquei umani e possono essere equipaggiati con una varietà di strumenti per la rilevazione e la documentazione. Inoltre, l’intelligenza artificiale sta iniziando a essere utilizzata per analizzare i dati raccolti, identificando automaticamente le strutture di interesse.

Collaborazioni internazionali

L’archeologia marina è un campo che richiede collaborazioni internazionali. Le città sommerse si trovano in tutto il mondo, e la loro scoperta e conservazione richiede la cooperazione tra archeologi, scienziati e governi di diversi paesi. Progetti come il Pavlopetri Underwater Archaeology Project in Grecia sono esempi di come la collaborazione internazionale possa portare a scoperte significative e alla conservazione di importanti siti storici.

Implicazioni culturali e storiche

Patrimonio culturale

Le città sommerse rappresentano un patrimonio culturale di inestimabile valore. Questi siti offrono una finestra unica sul passato, permettendo agli archeologi di studiare le civiltà antiche in un contesto relativamente intatto. La conservazione di questi siti è fondamentale per preservare la nostra storia e per comprendere meglio le dinamiche delle antiche società. Inoltre, le città sommerse possono diventare attrazioni turistiche, contribuendo all’economia locale e aumentando la consapevolezza dell’importanza della conservazione del patrimonio culturale.

Lezioni dal passato

Studiare le città sommerse può anche offrire lezioni preziose per il presente e il futuro. Le cause della loro sommersione, come i cambiamenti climatici e l’attività sismica, sono fenomeni che continuano a influenzare il nostro mondo. Comprendere come le antiche civiltà hanno affrontato questi problemi può fornire spunti utili per affrontare le sfide attuali. Inoltre, la scoperta di tecnologie e pratiche antiche può ispirare nuove soluzioni per la gestione delle risorse naturali e la protezione dell’ambiente.

Le città sommerse sono testimonianze affascinanti del nostro passato, e l’archeologia marina è un campo cruciale per la loro scoperta e conservazione. Grazie all’uso di tecnologie avanzate e alla collaborazione internazionale, gli archeologi possono continuare a esplorare questi siti unici, preservando il nostro patrimonio culturale e imparando lezioni preziose per il futuro.

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