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Quanto tempo rimane la cannabis nel tuo organismo? Oltre 300 anni, a quanto pare

By Mirko Rossi
Published 2 Dicembre 2023
3 Min Read
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La cannabis è una pianta che ha accompagnato l’umanità per millenni, utilizzata sia a scopi medicinali che ricreativi. Tuttavia, la sua presenza nel ⁤corpo ​umano dopo⁢ la morte è‌ un argomento ancora poco esplorato. Uno studio recente ha portato alla luce nuove scoperte riguardo la persistenza dei composti psicoattivi della cannabis nelle ossa umane, con risultati sorprendenti che risalgono al XVII secolo.

Contents
La ⁤scoperta archeologicaIl contesto storicoLa ricerca sui resti osseiI risultati dell’analisiLa presenza di THC e CBDLe implicazioni storiche

 

La ⁤scoperta archeologica

Il contesto storico

Nel cuore di Milano, in Italia,‌ si ⁣trova la cripta di Ca’ ⁢Granda, parte dell’Ospedale Maggiore, un⁣ tempo considerato uno degli ospedali più all’avanguardia in Europa. Tra il ⁤1638 e il 1697, i ⁤pazienti deceduti venivano sepolti in ‍questa cripta, ‍rimanendo sigillati e conservati fino alla recente riesumazione. Questo ha permesso agli studiosi di analizzare i resti in maniera ottimale.

 

La ricerca sui resti ossei

Un gruppo ⁤di ricercatori, guidati da Gaia Giordano dell’Università di Milano,⁣ ha prelevato⁣ campioni ⁢ossei dalle spoglie di nove individui sepolti nella cripta. Attraverso un’analisi tossicologica che prevedeva la polverizzazione dell’osso e la successiva‍ preparazione dei campioni per ⁤separare e purificare i composti chimici, è stato possibile identificare le tracce mediante spettrometria di massa.

 

I risultati dell’analisi

La presenza di THC e CBD

L’analisi ha rivelato la presenza di molecole di tetraidrocannabinolo (THC) e cannabidiolo (CBD),​ i composti ​psicoattivi della cannabis. Queste molecole sono state⁣ rinvenute nelle‍ ossa femorali di un uomo e una ⁤donna, probabilmente ⁤intrappolate nell’osso dopo essere state consumate, assorbite nel flusso sanguigno⁣ e poi nei ‌vasi sanguigni del tessuto osseo.

 

Le implicazioni storiche

Sebbene la⁢ cannabis ⁢fosse comunemente utilizzata nelle cure​ mediche dagli antichi Greci e⁤ Romani, la pianta non era‌ popolare ⁤nell’Europa occidentale durante il Medioevo, in particolare a partire dal XII secolo.​ Anzi, fu esplicitamente bandita da un editto papale nel 1484. Inoltre, non vi è ⁢alcuna menzione della pianta nella ⁤farmacopea dettagliata dell’ospedale, suggerendo che ⁤non veniva⁢ somministrata ufficialmente dal personale ospedaliero. Ciò porta a ipotizzare che i pazienti potessero ⁣auto-medicarsi ⁤o utilizzarla ‌a scopi ricreativi.

 

 

Lo studio è significativo in quanto rappresenta il primo utilizzo di questo metodo tossicologico per analizzare resti umani in un sito archeologico. ⁤Inoltre, secondo ​la letteratura esistente, la cannabis non era mai stata rilevata in ossa antiche prima d’ora. I dati analitici ottenuti gettano nuova luce sulle abitudini della popolazione in esame, dimostrando⁢ un’esposizione ⁢alla ⁤pianta ⁢nella città di Milano durante l’era moderna, probabilmente a scopi ricreativi, sebbene non si possano escludere altre possibilità come l’auto-medicazione, l’esposizione accidentale⁤ o ⁣l’amministrazione da​ parte ‌di guaritori non praticanti in Ca’ Granda.

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