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Scoperto il più antico buco nero, risalente a soli 470 milioni di anni dopo il Big Bang

By Mirko Rossi
Published 5 Gennaio 2024
4 Min Read
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Il⁢ più antico ​buco nero mai scoperto risale⁢ a soli 470 milioni di ​anni‌ dopo il Big Bang. Questo è un ⁢importante tassello nel mistero di come si ⁢formino i buchi neri supermassicci. Gli astronomi hanno⁣ chiamato questo oggetto UHZ1 e la sua‌ luce proviene da quando l’universo aveva appena 470 milioni⁣ di anni. La sua scoperta fornisce nuove informazioni su come questi oggetti giganteschi siano venuti ad‍ esistere.

 

La scoperta di ⁤UHZ1 ⁢è stata possibile grazie al fenomeno chiamato ‌lente gravitazionale. Gli ⁤astronomi hanno puntato l’osservatorio a‌ raggi X​ Chandra‌ della NASA e il JWST ‍verso il‍ cluster di galassie Abell 2744, situato a 3,5 miliardi di⁣ anni luce dalla Terra. Il cluster‍ è così denso che deforma lo spazio-tempo in modo tale che lo spazio-tempo stesso agisca come una lente, ingrandendo la luce degli oggetti dietro il cluster di ‌galassie.⁢ Tra⁢ questi oggetti c’era la ⁣galassia ospite⁤ di UHZ1.

 

Utilizzando il JWST, i ricercatori sono stati in grado di misurare ​la distanza⁤ di questa galassia. La stiamo vedendo⁤ come era quando l’universo aveva solo il 3%⁢ della sua​ età attuale. Due settimane di‍ osservazioni con Chandra hanno⁢ rivelato⁣ i segni ⁢caratteristici di un buco nero supermassiccio in crescita:⁢ gas surriscaldato che brilla nei raggi​ X.

Gli scienziati stimano che UHZ1 abbia una⁢ massa compresa tra 10 e 100 milioni di volte quella del Sole.‍ Questo è più grande ⁤di quello che pesa il nostro buco nero supermassiccio ⁣che si trova ​al centro della Via Lattea oggi. Sagittarius A* ha una massa di circa 4,6​ milioni di volte quella del Sole. UHZ1 è assolutamente enorme ​per quel periodo così precoce dell’universo.

 

“Ci sono limiti fisici ⁢su quanto velocemente⁤ i buchi neri possono crescere una volta formati, ma quelli che nascono più massicci ⁤partono avvantaggiati. È come piantare un alberello, che impiega meno tempo a crescere fino a diventare ‍un albero di ‍dimensioni ‍normali⁤ rispetto a partire ⁣solo⁣ da un seme”,‌ ha⁢ dichiarato Andy Goulding dell’Università di Princeton, co-autore di un articolo e primo autore ​di un secondo, ⁢in una dichiarazione.

 

UHZ1‌ ha ⁤approssimativamente‍ la stessa ⁤massa di⁣ tutte le stelle nella sua galassia. ‌È circa 10 volte⁣ più grande di quanto dovrebbe essere,⁣ ma ‌la sua dimensione insolita⁣ potrebbe ‍fornire ​prove su come questi‍ oggetti si ⁤siano formati.‍ I buchi neri supermassicci⁣ potrebbero formarsi dalla collisione‌ di molti buchi ​neri grandi quando stelle molto massicce vanno ‍in supernova, oppure ⁣potrebbero formarsi dal collasso diretto di una nube di gas.

Quest’ultima visione è stata teorizzata nell’ipotesi del “buco nero fuori misura” da Priyamvada​ Natarajan dell’Università di Yale nel⁢ 2017. Le osservazioni di UHZ1 corrispondono molto bene ‍alle aspettative per uno scenario del genere.

 

“Crediamo che ​questa⁣ sia la prima⁢ rilevazione ⁤di un ‘buco nero‌ fuori misura’ e⁣ la migliore ⁤evidenza finora ottenuta che alcuni buchi ⁢neri ‍si⁤ formino ⁣da massicce nubi di gas”, ha spiegato ​Natarajan. “Per‌ la prima volta, ⁣stiamo vedendo‌ una breve fase in⁤ cui un buco​ nero supermassiccio pesa circa quanto le stelle nella sua galassia prima di essere superato”.

 

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