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Una delle Lune di Giove ha delle dune enormi. Come mai?

By Antonio Lombardi
Published 20 Maggio 2022
4 Min Read
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L’universo è composto da numerosi pianeti, ma tu lo sai che Giove è quello che presenta più satelliti e più lune? Da anni vengono fatti studi sul numero di satelliti connessi ai vari pianeti, e molte sono le scoperte che spuntano fuori.

Contents
Dimostrata esistenza delle duneTecnologia a sostegno di tesi che possono essere smentite
Giove con le sue numerose lune
Giove con le sue numerose lune

Una delle cose che spiccano maggiormente sono i numerosissimi satelliti connessi a Giove. Il numero è veramente molto alto, per questo segnaliamo solo le quattro lune più importanti di Giove: Io, Europa, Ganimede e Callisto.

 

Citate così nell’ordine di vicinanza, dalla più vicina alla più lontana dal pianeta, sono anche chiamate lune “galileiane”, in onore di Galileo Galilei, che le scoprì nell’ormai lontano 1610, in occasione dei suoi studi con il microscopio a cielo aperto.

Dimostrata esistenza delle dune

Proprio la sonda spaziale Galileo della NASA, per 14 anni, dalla fine degli anni ’80 all’inizio dei 2000, ha effettuato un gran numero di studi e analisi della superficie di Io, la luna più vicina a Giove. Questi studi sono stati fatti dopo l’ipotesi della presenza di “dune” sulla sua superficie.

 

Inizialmente, dopo attente analisi, gli scienziati giunsero alla conclusione che fosse impossibile la presenza di dune. Di fatto, il vento che si muoveva in quelle direzioni era troppo debole per poter smuovere granelli di materiali e sabbia, capaci di poter addirittura creare le tipiche dune.

 

Oggi però la situazione e lo scenario hanno raggiunto una consapevolezza differente.  Un nuovo studio, pubblicato proprio lo scorso 19 aprile, effettuato dalla Rutgers University, giunge ad altre conclusioni. Contraddittorie, se così vogliamo dire.

 

Le dune su Io, di fatto, ci sono. Dopo anni di analisi delle foto e dei documenti raccolti dalla sonda Galileo, durate dai primi anni 2000 fino ai giorni nostri, è infatti emerso che la superficie di Io è composta da elementi lavici e vari effusi.

 

Il vento quindi, anche se debole, a contatto con questi materiali riesce a solidificare i granelli molto velocemente, fino a giungere all’accumulo degli stessi. Tali granelli solidificati, con il tempo, vanno a generare le famose dune di cui si sta parlando.

Tecnologia a sostegno di tesi che possono essere smentite

E’ affascinante vedere come con l’avanzare della tecnologia e con il continuo sviluppo di nuovi mezzi, l’analisi scientifica sugli astri possa continuare. Le parole d’ordine sono: aggiornamento, evoluzione, possibilità.

 

Si, possibilità perché tutto può cambiare, anche quello che ci sembrava certo fino a qualche tempo fa; il caso emblematico da portare come esempio è proprio quello della luna Io, su cui si era escluso un fatto oggi assodato.

 

Se per tanti anni si è creduto, anche a buona ragione, che non fosse possibile la presenza di dune, oggi, grazie allo sviluppo tecnologico, si può tornare sui propri passi e forse, anche ben felici di aver commesso in precedenza un errore di valutazione.

TAGGED:luna Iolune di Giovenasapresenza dunesonda Galileo
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