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La connessione tra vista e tatto

By Mirko Rossi
Published 13 Aprile 2024
5 Min Read
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Un recente studio condotto dalla Queen Mary University di Londra ha portato alla luce una scoperta sorprendente riguardo la capacità dei pulcini di associare il tatto alla vista in modo innato. Questo potrebbe implicare che anche gli esseri umani siano predisposti a integrare i sensi fin dalla nascita, mettendo in discussione le teorie esistenti e potenzialmente rivoluzionando la nostra comprensione dello sviluppo sensoriale e dell’interazione tra i sensi.

La ricerca ha dimostrato che i pulcini appena nati sono in grado di identificare visivamente degli oggetti, nonostante li abbiano incontrati solo attraverso sensazioni tattili in precedenza. I pulcini, allevati al buio e esposti per 24 ore a un cubo liscio o ruvido solo attraverso il tatto, hanno riconosciuto istantaneamente l’oggetto alla vista non appena esposti alla luce per la prima volta. Questo rivela una capacità predefinita di percezione cross-modale nel cervello che sfida le visioni tradizionali sulla necessità di un’integrazione appresa dei sensi, potenzialmente ridefinendo la nostra comprensione della cognizione animale e del processamento sensoriale.

 

Nello studio pubblicato su Biology Letters, i ricercatori della Queen Mary University di Londra hanno risolto una domanda filosofica vecchia di secoli riguardante la vista e il tatto. Guidati dalla Dr.ssa Elisabetta Versace, il team ha utilizzato i pulcini per rispondere finalmente alla domanda posta da William Molyneux nel 1688: una persona nata cieca può riconoscere istantaneamente gli oggetti alla vista dopo aver acquisito la visione?

Molyneux propose uno scenario in cui una persona cieca dalla nascita impara a distinguere un cubo da una sfera al tatto. Potrebbe poi riconoscere queste forme visivamente dopo aver acquisito la vista? Studiare questa domanda negli esseri umani presenta sfide etiche. Tuttavia, la Dr.ssa Versace e il suo team hanno utilizzato i pulcini, che nascono con sistemi sensoriali ben sviluppati.

“A differenza degli esseri umani e di altri mammiferi”, spiega la Dr.ssa Versace, docente senior presso la School of Biological and Behavioural Sciences, “i pulcini nascono con sistemi sensoriali sviluppati. Questo ci ha permesso di allevare i pulcini al buio e di esporli a un oggetto liscio o ruvido per le prime 24 ore della loro vita – la loro prima esperienza tattile in assoluto.”

 

Sorprendentemente, quando esposti alla luce per la prima volta, i pulcini che avevano toccato un oggetto liscio si sono avvicinati preferenzialmente alla rappresentazione visiva di un oggetto liscio, e viceversa. Questo suggerisce che i pulcini possono collegare in modo innato il tatto alla vista, anche senza alcuna precedente esperienza visiva.

“Questo risultato contraddice le teorie tradizionali”, afferma la Dr.ssa Versace. “Suggerisce che i nostri cervelli siano pre-programmati per fare connessioni tra diversi sensi, anche prima di averli mai utilizzati insieme.”

Questa scoperta apre nuove entusiasmanti prospettive nella comprensione di come il nostro cervello elabora le informazioni attraverso diversi sensi. Potrebbe anche portare a una comprensione più profonda di come i nostri sensi si sviluppano e interagiscono con il mondo che ci circonda.

 

La scoperta che i pulcini possano integrare il tatto e la vista in modo così immediato e innato solleva importanti questioni sulla natura dell’apprendimento sensoriale negli esseri umani. Se i pulcini sono in grado di fare questa associazione senza alcuna esperienza visiva precedente, è possibile che anche gli esseri umani siano dotati di una capacità simile di integrazione sensoriale fin dalla nascita.

 

Tradizionalmente, si è ritenuto che l’integrazione dei sensi richiedesse un processo di apprendimento e di esperienza. Tuttavia, i risultati di questo studio suggeriscono che potrebbe esistere una predisposizione innata a collegare le informazioni sensoriali in modi specifici. Questo potrebbe avere implicazioni significative per la comprensione di come i bambini imparano a interpretare il mondo che li circonda e per lo sviluppo di terapie e interventi per coloro che hanno difficoltà nell’integrazione sensoriale.

 

Oltre alle implicazioni per la comprensione umana, lo studio offre anche nuove prospettive sulla cognizione animale. La capacità dei pulcini di risolvere il problema di Molyneux suggerisce che gli animali potrebbero avere una comprensione sensoriale più sofisticata di quanto si pensasse in precedenza. Questo potrebbe portare a nuove ricerche sul modo in cui gli animali percepiscono e interagiscono con il loro ambiente, con potenziali applicazioni in ambiti come la conservazione della fauna selvatica e il benessere degli animali.

 

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