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La storia dell’acqua su Marte: nuove⁣ scoperte

By Mirko Rossi
Published 3 Aprile 2024
5 Min Read
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Le recenti⁤ ricerche hanno messo in discussione le convinzioni precedenti riguardo la storia dell’acqua su Marte, dimostrando che le cosiddette “gole‍ marziane” ⁣potrebbero essere state formate dalla sublimazione del⁤ ghiaccio di⁤ CO2, e non ‍solo dall’acqua liquida. Questa scoperta, che indica una potenziale durata più ⁤breve ⁢della presenza di acqua liquida su Marte, suggerisce una minore probabilità​ di vita ‍passata sul pianeta e sottolinea l’unicità della Terra nell’universo.

 

Il periodo ​in cui l’acqua liquida era presente sulla superficie ⁢di Marte ​potrebbe‍ essere stato più⁣ breve⁤ di quanto ⁤si pensasse in precedenza. Le formazioni chiamate gole,​ precedentemente ritenute formate esclusivamente ⁢da ‌acqua liquida, possono anche essere⁤ create dall’azione del ghiaccio di CO2 che evapora. Questa è la ​conclusione di un nuovo studio ⁤condotto da Lonneke Roelofs, ricercatrice planetaria presso l’Università di Utrecht. “Questo influenza le ⁣nostre idee sull’acqua su Marte in generale e, di conseguenza, la nostra ricerca di vita ⁤sul pianeta”. I risultati ​dello studio ⁤sono stati‍ pubblicati sulla rivista ‍Communications ​Earth and ​Environment.

 

“L’atmosfera‌ marziana è composta per il 95% da ‌CO2”, spiega Lonneke Roelofs. “In inverno, le ​temperature dell’aria scendono ‌al di⁢ sotto dei -120‌ gradi Celsius, abbastanza freddo perché⁣ la CO2 nell’atmosfera si congeli”.

Nel processo di congelamento, il ⁤gas CO2 può trasformarsi direttamente in ghiaccio di CO2, saltando la fase ‌liquida. Il ‍processo è simile alla brina sulla Terra, dove il ⁤vapore acqueo forma cristalli di‌ ghiaccio e ricopre ‍il paesaggio con un ⁣film bianco. Le temperature primaverili più calde, combinate con la sottile atmosfera marziana, fanno evaporare il ghiaccio di CO2 direttamente in gas, saltando nuovamente la fase liquida.

Le immagini satellitari⁤ delle gole marziane, scattate‍ da ⁤HiRISE (High Resolution Imaging Experiment), una fotocamera a ⁤bordo del Mars ‍Reconnaissance Orbiter, ‌mostrano il ghiaccio di CO2 bianco sui lati ‍delle ⁢gole.

“Chiamiamo questo processo ‘sublimazione’. È‌ estremamente esplosivo a causa ⁢della bassa pressione atmosferica di Marte. La pressione del gas ⁢creato spinge i grani di sedimenti a ⁢separarsi, causando il ⁤flusso del materiale, simile ⁤ai flussi di detriti nelle aree ⁣montuose sulla​ Terra. Questi ⁣flussi possono rimodellare il paesaggio marziano,​ anche in assenza di acqua”.

“I risultati della mia ‍ricerca suggeriscono che la possibilità che la vita sia esistita su Marte è minore ⁤di quanto si pensasse in ⁢precedenza”.

“Sappiamo con certezza che c’era una‌ volta acqua sulla superficie di ‌Marte. Questo studio non prova il contrario”, afferma Roelofs. ⁣”Ma l’emergere della vita probabilmente⁢ necessita di un lungo periodo in cui l’acqua liquida era presente. In precedenza, pensavamo⁢ che queste ⁢strutture​ paesaggistiche fossero ​formate da flussi ‍di detriti azionati dall’acqua,⁢ a causa della loro somiglianza con i ⁢sistemi‍ di flusso di detriti sulla Terra.

“La mia ricerca ora mostra che, oltre ai flussi di detriti alimentati‌ dall’acqua, la sublimazione del CO2 ‍congelato può anche servire come forza trainante dietro la formazione⁤ di questi paesaggi di gole​ marziane. Ciò sposta la presenza di acqua su Marte ulteriormente ⁤nel passato, riducendo la possibilità di ⁣vita su Marte”. E ciò ci rende ancora più unici di quanto pensassimo.

Ma⁣ cosa rende qualcuno interessato⁤ ai⁢ paesaggi a​ 330 milioni di km ‍di distanza? “Marte è il nostro vicino più vicino. È l’unico‍ altro pianeta roccioso vicino alla ‘zona verde’ del nostro sistema solare. La‌ zona è abbastanza lontana ⁣dal sole ⁣da permettere l’esistenza di acqua liquida,‍ un prerequisito per la vita. Quindi Marte è un luogo dove possiamo trovare risposte⁣ a ⁣domande su ‌come si è sviluppata la vita, incluso‌ il potenziale ‌della vita extraterrestre”,⁤ risponde Roelofs.

 

“Inoltre, studiare la formazione di strutture paesaggistiche su altri ‌pianeti⁢ è un modo per noi di uscire dal nostro ‌contesto terrestre. Si pongono domande‌ diverse, che⁢ portano a nuove ⁢intuizioni sui processi qui sulla⁤ Terra. Ad esempio, possiamo anche osservare il processo ⁢di ⁤flussi di detriti azionati dal gas ‍nei flussi piroclastici intorno ai vulcani, qui sulla ⁤Terra. Quindi questa ricerca potrebbe contribuire a una migliore comprensione dei pericoli vulcanici​ terrestri”.

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