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La gestione delle ⁣pandemie: un equilibrio tra salute ed economia

By Mirko Rossi
Published 6 Marzo 2024
6 Min Read
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La pandemia di COVID-19 ha sollevato numerose domande riguardo l’opportunità ‌e ⁣l’entità dell’impiego di interventi non farmaceutici, come ⁢i lockdown, per rallentare la diffusione del virus. Un recente studio ha affrontato‍ questa questione attraverso un modello di ottimizzazione ⁢dinamica, scoprendo che piccole variazioni possono inclinare la risposta ottimale verso​ approcci molto diversi⁣ tra loro. La ricerca, condotta da un team internazionale di studiosi provenienti da ⁢prestigiose istituzioni, è stata pubblicata su Theoretical Population Biology.

Contents
Strategie economiche versus strategie ⁣sanitarieAvanzamenti nel modello⁣ SIRIl ruolo degli⁣ interventi non farmaceuticiSoluzioni dinamiche e alternativeConclusione: un ‌appello al ‍compromesso e alla flessibilità

 

Strategie economiche versus strategie ⁣sanitarie

Alcuni interventi‌ per ⁤rallentare ⁣la diffusione delle malattie sono⁤ economici, ma altri, come i​ lockdown, possono ​interrompere attività economiche, educative e‍ sociali. Questo costringe i governi⁤ a bilanciare i benefici per la salute derivanti dalla riduzione dei contagi e dei decessi con⁢ i costi ⁤sociali più ampi‌ indotti dai lockdown. Modelli ​precedenti hanno esplorato la strategia ottimale di⁢ lockdown per contrastare pandemie⁤ come quella da COVID-19, evidenziando ⁤come i policymaker spesso si trovino di fronte ⁣a una scelta netta: potrebbe ⁢essere ottimale attuare lockdown molto⁢ aggressivi per⁤ evitare ‍quasi completamente l’epidemia (una “strategia sanitaria”) oppure potrebbe ‌essere‌ ottimale‌ usare i ‍lockdown con ⁣parsimonia per ritardare, ma non evitare, che⁣ la maggior parte delle persone si infetti ⁤(una “strategia ‌economica”). ​Questi lavori⁣ hanno anche scoperto che piccole variazioni in alcuni parametri chiave possono‍ ribaltare la strategia ottimale ​da un estremo ⁤all’altro.

 

Avanzamenti nel modello⁣ SIR

Da‌ tempo gli‌ studiosi osservano che una ⁣popolazione esposta a⁢ un’infezione può⁢ essere divisa ⁤in tre categorie:​ suscettibili ⁢(S), infetti (I) e guariti‍ (R), creando un​ modello SIR. Ricerche passate hanno esaminato come regolare l’intensità ‍dei lockdown man mano che un’epidemia si evolve. In questo studio, i ricercatori hanno esteso ‌quel lavoro includendo‌ la⁢ possibilità che a) l’effetto protettivo dei ​vaccini possa diminuire⁢ nel​ tempo, 2) il‍ virus possa mutare in modi che rendono meno⁣ efficace l’immunità acquisita in passato, e​ 3) ⁢le‍ reinfezioni ⁤risultanti siano meno letali delle infezioni di persone‍ senza immunità. Gli studiosi hanno ⁣definito queste tre‍ caratteristiche‌ aggiuntive come novità e hanno indagato gli‌ effetti dell’aggiunta di ciascuna di‍ esse al modello SIR⁤ di base. Hanno poi aggiunto un’altra caratteristica: ⁢un afflusso di infezioni anche quando nessuno ‍nella popolazione di riferimento era infetto ⁤(ad esempio, infezione ⁢dall’estero). Lo studio ha anche considerato ⁣la durata e la scorta ⁣di immunità‍ e l’intensità del lockdown.

 

Il ruolo degli⁣ interventi non farmaceutici

Gli sforzi più aggressivi‌ per utilizzare interventi non farmaceutici come i lockdown‍ portano‍ a un minor numero di infezioni, ma anche a maggiori oneri‍ economici e⁣ sociali. Ad esempio, la politica zero-COVID⁤ della Cina ⁣ha comportato un lockdown​ esteso e doloroso, e in molti paesi⁢ che hanno ⁢chiuso⁢ le scuole, il progresso educativo⁤ degli studenti‍ è ‌stato⁤ danneggiato.

 

Un tema ricorrente nell’analisi ‍è l’esistenza⁤ di ‌punti di pareggio o di svolta. Se‍ un parametro che‍ descrive⁣ l’infezione o la contromisura all’infezione è ⁣al di sopra ‍di quel ‍valore critico,​ sarebbe meglio seguire una ⁣strategia, ma se quel⁣ parametro si rivelasse al di sotto di quel valore critico, ⁢potrebbe portare a una strategia ⁣molto diversa.​ Tra questi parametri chiave vi è la valutazione che la società attribuisce all’evitare ⁤una morte indotta dal ⁤COVID-19 rispetto al valore attribuito ai ‌danni economici, sociali ed educativi causati​ dal lockdown ⁢di parti importanti della società.

È importante riconoscere questo problema perché⁣ i parametri riflettono i valori degli individui o della società; non sono un fatto ​scientifico⁢ che può essere misurato oggettivamente. Di⁢ conseguenza, due‌ persone⁤ che concordano⁤ su‍ tutti i fatti scientifici possono comunque preferire ragionevolmente e intelligentemente strategie di controllo⁣ del‌ COVID diverse.

 

Soluzioni dinamiche e alternative

Un altro tema è l’esistenza di soluzioni⁤ ottimali alternative che riflettono​ strategie fondamentalmente diverse. Arricchendo il modello SIR standard con le caratteristiche valutate in questo studio, ⁣i ricercatori hanno identificato un terzo tipo di soluzione che utilizza periodi ⁢di lockdown più severi‌ e meno severi per accompagnare le‍ ricorrenti ondate epidemiche.

Sebbene l’esistenza di onde ⁤ricorrenti di epidemie e lockdown possa a prima ⁣vista essere considerata prova di ‍fallimento ​della ⁢politica, può in​ realtà essere il‌ modo migliore per⁢ rispondere ‌alle realtà⁤ di‌ un​ virus‍ che muta o altrimenti sconfigge l’immunità precedentemente ​acquisita. ​Gli autori notano‍ anche che le ⁢politiche che sarebbero⁣ state ottimali per⁢ il ⁤COVID-19 ‌potrebbero non⁣ essere ottimali per la prossima pandemia se il virus​ che causa⁣ la prossima‍ pandemia ⁢è ​un po’ più contagioso o un ‍po’ meno letale o ⁢un po’ meno incline a mutare.

 

Conclusione: un ‌appello al ‍compromesso e alla flessibilità

Qualunque politica venga perseguita, la sua attuazione dovrebbe forse essere temperata dalla consapevolezza che non sarà la politica preferita o giusta per ⁢ogni individuo e che la​ comprensione in evoluzione delle proprietà idiosincratiche di ‌quel nuovo virus potrebbe richiedere persino agli esperti di cambiare idea. Le scelte relative alle politiche legate alle epidemie dovrebbero essere ⁤viste ‌come un esercizio di⁤ compromesso per il bene collettivo, non come una questione di dedurre meccanicamente l’unica, vera politica basata sull’evidenza che tutte ‌le⁣ persone razionali devono ‍favorire.

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