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Come Gibilterra potrebbe chiudere l’oceano Atlantico

By Mirko Rossi
Published 29 Febbraio 2024
5 Min Read
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Una recente ricerca ha rivelato che la zona di subduzione di Gibilterra, situata⁤ nell’Oceano Atlantico, sta mostrando un’attività lenta che potrebbe presto accelerare ‌e contribuire alla chiusura dell’Oceano‍ Atlantico. Questo evento segnerebbe una fase‍ significativa nell’evoluzione geologica della ‌Terra. La scoperta sottolinea l’importanza‍ dell’invasione della subduzione nel plasmare il nostro pianeta⁤ e mette in luce​ il potenziale ‍per un’attività ​sismica significativa ⁣nell’area.

Contents
Il ciclo di Wilson e ⁤la formazione degli oceaniSubduzione⁤ e chiusura ⁤dell’oceanoL’osservazione della‌ subduzione a⁣ GibilterraIl futuro della ⁤subduzione e le sue ⁢implicazioni

 

Il ciclo di Wilson e ⁤la formazione degli oceani

La litosfera terrestre è⁢ divisa in molteplici placche tettoniche in continuo movimento.‌ Questo movimento porta alla formazione e frammentazione di supercontinenti, insieme alla creazione, espansione e infine ‌riduzione degli oceani, un processo noto come ciclo di⁢ Wilson.

Nel ciclo di Wilson, quando un supercontinente come la Pangea si divide, ⁤si forma un oceano interno. ⁤Nel caso ‍della Pangea, l’oceano⁣ interno è l’Atlantico. Questo ‌oceano ⁤ha una ⁤faglia nel ‍mezzo‌ e margini passivi ai lati,​ il che significa che non si​ verificano attività sismiche o vulcaniche lungo le ⁣sue coste. Destinato a espandersi continuamente, un oceano di tipo atlantico diventerà infine l’oceano esterno‍ del prossimo supercontinente. Attualmente, l’oceano esterno della Terra ‌è il Pacifico.‌ Anche il Pacifico⁤ ha una faglia nel mezzo, ma è delimitato da zone di subduzione e quindi‍ alla fine si chiuderà.⁣ Lungo i suoi margini⁣ abbondano terremoti ed eruzioni, un modello ⁤noto come “anello di fuoco”.

 

Subduzione⁤ e chiusura ⁤dell’oceano

La⁤ fase ‍di chiusura dell’oceano di ogni‍ ciclo di Wilson richiede la transizione ⁣da‌ margini passivi a⁤ attivi (subducenti)⁣ ai bordi dell’oceano‍ interno. La crosta oceanica lungo la costa​ dell’Atlantico è​ vecchia⁢ e‌ pesante, quindi è pronta a subdurre, ma prima ⁢che possa ⁤farlo, deve rompersi e ​piegarsi. L’unica forza in natura in grado ⁣di rompere le​ placche ⁤oceaniche come queste è la trazione della lastra da un’altra zona di subduzione.

 

L’osservazione della‌ subduzione a⁣ Gibilterra

Oggi, sulla costa orientale dell’Atlantico, a ​Gibilterra, abbiamo l’opportunità di osservare le prime⁢ fasi di questo ⁢processo, noto come invasione della subduzione, mentre il ⁤salto avviene ⁣da un bacino diverso, in ​questo caso il Mediterraneo.

Questa è un’opportunità incredibilmente ⁢preziosa perché le possibilità di osservare l’inizio di un qualsiasi ‌processo tettonico sono⁣ limitate. E ‌l’inizio della subduzione è difficile da osservare ⁢perché lascia quasi nessuna‍ traccia dietro​ di sé. Una volta che la subduzione inizia, cancella il⁣ record delle sue fasi iniziali; la placca subdotta finisce ​nel mantello, per non ​essere ⁣mai più esposta in superficie (tranne nel ⁢raro caso degli ofioliti).

L’attività⁢ della zona di subduzione‌ di Gibilterra nel Mediterraneo è ‍stata oggetto di accesi dibattiti. ⁣L’arco​ di Gibilterra si⁢ è formato nell’Oligocene come ⁣parte delle ⁤zone di‍ subduzione del Mediterraneo⁣ occidentale. Sebbene possiamo vedere una placca⁤ subdotta​ nel mantello al di sotto⁢ di essa, ‌attualmente non si verifica quasi⁣ nessun ulteriore ⁣movimento.

 

Il futuro della ⁤subduzione e le sue ⁢implicazioni

Un‌ nuovo modello computazionale⁢ 3D basato sulla gravità, sviluppato‌ dagli autori, mostra​ che questa fase lenta durerà per altri ⁢20 milioni ⁢di anni. Dopo ‍di ciò,⁣ la zona di subduzione di Gibilterra invaderà l’Oceano Atlantico e accelererà. ‍Questo sarà l’inizio del⁤ riciclaggio della crosta ‍sul lato orientale dell’Atlantico e potrebbe ⁣essere l’inizio della​ chiusura dell’Atlantico stesso, dando il⁣ via a una nuova fase nel ciclo di Wilson.

In generale, questo studio mostra che l’invasione della subduzione, il processo mediante il quale si forma una nuova‍ zona di subduzione‌ in ‍un‌ oceano esterno e ⁢poi migra verso un​ oceano interno,⁤ è ‍probabilmente un​ meccanismo comune ‍di inizio della subduzione negli oceani di tipo ⁤atlantico⁤ e quindi svolge un ruolo chiave nell’evoluzione geologica del nostro pianeta.

 

A livello locale, la ‌scoperta che la subduzione di Gibilterra ‍è ancora attiva ha importanti implicazioni per l’attività sismica nell’area.‌ Si prevede che gli‍ intervalli di ⁢ricorrenza siano molto ⁢lunghi durante questa fase lenta, ma⁤ il potenziale per​ eventi di alta magnitudo, come il terremoto di Lisbona del 1755,‌ rimane e richiede preparazione.

Molto resta da ⁤scoprire sul futuro ​dell’arco di Gibilterra. Uno dei prossimi aspetti su cui Duarte si concentrerà è‍ determinare‍ la geometria⁢ esatta della subduzione, che richiederà la valutazione della ⁤forza ‌relativa⁢ dei margini continentali vicini.

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