Le tempeste solari sono dei fenomeni molto più comuni di quanto si possa pensare e il sistema solare ha imparato a convivere con gli effetti magnetici della nostra stella. In alcuni casi però queste tempeste raggiungono livelli elevati e le conseguenze per i pianeti e i satelliti che rientrano nella loro espansione possono essere devastanti.
Il 2 aprile 2001 il sole ha causato la più grande tempesta solare mai registrata. Il brillamento provocava un’espansione immensa che si propagava ad una velocità di 7,2 milioni di chilometri all’ora; fortunatamente ha soltanto sfiorato il nostro Pianeta (si parla comunque di distanze astronomiche dove la definizione di vicinanza corrisponde a migliaia di chilometri), altrimenti le conseguenze avrebbero potuto essere disastrose.
I brillamenti solari difatti sono le eruzioni più potenti del nostro sistema, delle vere e proprie esplosioni nell’atmosfera della nostra stella che rilasciano un’energia pari a quasi un miliardo di megatoni di bombe atomiche.
Non esistono particolari cause scatenanti, in pochi secondi questi brillamenti possono apparire senza preavviso raggiungendo velocità paragonabili a quelle della luce.
Queste esplosioni, nonostante si espandano circolarmente, prendono delle direzioni lineari e sono la causa di distorsioni dei campi magnetici dei pianeti e dei satelliti coinvolti; un eventuale interessamento della Terra avrebbe conseguenze disastrose sul suo campo magnetico con conseguente deterioramento di tutte le apparecchiature che sfruttano e generano questo campo, come ad esempio i satelliti.
L’ipotesi di un possibile blackout dei nostri satelliti non è sicuramente una delle più rassicuranti per quanto riguarda la vita di tutti i giorni e in ogni caso è ipotesi abbastanza remota, considerando che le tempeste solari così devastanti sono piuttosto rare.