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La nuova soluzione alla teoria della relatività generale

By Mirko Rossi
Published 21 Febbraio 2024
5 Min Read
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Fisici dell’Università Goethe di Francoforte hanno ​scoperto ‍una nuova soluzione alla teoria‍ della relatività generale di Albert Einstein. Secondo questa soluzione, le stelle⁢ a⁢ condensato​ gravitazionale, o ⁤gravastar, potrebbero esistere e avere una ​struttura simile a quella delle​ bambole russe matryoshka, con una gravastar situata all’interno di un’altra.

Contents
L’enigma dei buchi neriGravastar: un’alternativa⁢ teoricaIl concetto di NestarLa scoperta di JampolskiEredità continua e prospettive future

 

L’enigma dei buchi neri

Il fisico tedesco Karl Schwarzschild, nel 1916, propose una soluzione​ alle ‍equazioni della ‌relatività generale di Einstein, secondo la quale il centro di un buco nero è costituito ​da una singolarità, un punto in cui spazio e tempo cessano di esistere. ‍In questo luogo, tutte le leggi fisiche, compresa la teoria ‌della relatività generale di Einstein, non si applicano più​ e il principio di causalità è sospeso.​ Questo rappresenta un grande problema per la ⁣scienza, poiché significa che nessuna informazione può ​sfuggire da un buco nero oltre l’orizzonte degli⁢ eventi. Questo potrebbe essere il ​motivo per cui la soluzione di Schwarzschild non ha ⁢attirato molta attenzione al di fuori dell’ambito ⁢teorico per molto tempo, fino alla scoperta del primo candidato per un buco nero nel 1971, seguito dalla⁣ scoperta del⁢ buco nero al centro della nostra Via Lattea negli anni ⁢2000 e infine dalla prima immagine di un buco nero, catturata dalla collaborazione Event Horizon Telescope ‌nel 2019.

 

Gravastar: un’alternativa⁢ teorica

Nel 2001, Pawel Mazur ed Emil Mottola proposero una soluzione diversa alle equazioni di campo di Einstein che portò ⁣a oggetti che chiamarono⁢ stelle a condensato gravitazionale, ‌o ‍gravastar. A differenza dei buchi neri,‌ le gravastar presentano diversi vantaggi dal punto di vista dell’astrofisica teorica.‍ Da un lato, sono quasi altrettanto ⁣compatte dei buchi neri e presentano una gravità sulla loro superficie⁢ essenzialmente forte come quella di un buco nero, assomigliando ‌quindi a un buco⁣ nero‍ a tutti gli effetti pratici.⁢ D’altra parte,⁢ le gravastar non hanno un orizzonte degli eventi, cioè ‍un confine da cui⁣ nessuna‌ informazione può ⁢essere inviata, e il loro nucleo non contiene una singolarità. Invece, il centro delle ​gravastar è costituito da ‌un’energia esotica – oscura – che esercita una pressione negativa ‍alla forza gravitazionale ⁣enorme che comprime la stella. La superficie delle gravastar è⁤ rappresentata ⁢da⁤ una sottile pelle di materia ordinaria, il cui spessore si avvicina allo zero.

 

Il concetto di Nestar

I fisici ⁣teorici Daniel Jampolski e il Prof. Luciano Rezzolla ⁣dell’Università Goethe di Francoforte hanno​ ora presentato una soluzione ​alle equazioni di campo della relatività‍ generale che descrive l’esistenza di ⁤una gravastar all’interno di un’altra gravastar. Hanno dato a questo ipotetico​ oggetto celeste il nome di “nestar” (dall’inglese “nested”, che significa “annidato”).

 

La scoperta di Jampolski

Daniel Jampolski, che ha scoperto la soluzione come parte della sua tesi ‌di ‍laurea ⁤supervisionata da Luciano Rezzolla, afferma:​ “Il nestar è come una bambola⁣ matryoshka”,​ aggiungendo che “la nostra soluzione alle ⁤equazioni di campo‌ consente ⁢una serie‍ di ⁢gravastar annidate”. Mentre Mazur e Mottola ⁤sostengono che la gravastar ha una pelle sottilissima costituita da materia ‌normale, il guscio di materia del ⁢nestar è⁣ un po’‍ più spesso: “È un po’ più facile immaginare che ⁢qualcosa del genere possa‌ esistere”.

 

Eredità continua e prospettive future

Luciano Rezzolla, professore di astrofisica⁣ teorica‍ all’Università Goethe, spiega: “È fantastico che anche 100 anni ⁤dopo che Schwarzschild ha presentato ​la sua prima soluzione alle equazioni ⁢di campo dalla teoria della relatività generale,⁢ sia ‌ancora possibile trovare ⁤nuove ​soluzioni. È un po’ come trovare una moneta d’oro lungo ‍un‍ sentiero che è stato esplorato da​ molti altri prima.⁢ Purtroppo, non abbiamo ancora idea⁤ di come ⁢una gravastar possa essere creata. Ma⁢ anche se i⁢ nestar⁤ non ​esistessero, esplorare le ​proprietà matematiche di queste ⁤soluzioni ci‍ aiuta in definitiva a ‍comprendere meglio i buchi neri”.

 

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