Un gruppo di ricercatori, in un articolo pubblicato il 21 marzo sulla rivista Trends in Genetics, ha proposto che molti dei cambiamenti associati all’invecchiamento potrebbero verificarsi a causa della diminuita espressione di geni lunghi. Questa diminuzione è stata osservata in un’ampia gamma di animali, dai vermi agli esseri umani, in vari tipi di cellule e tessuti umani, e anche in individui affetti da malattie neurodegenerative. Esperimenti sui topi hanno mostrato che il fenomeno può essere mitigato attraverso fattori anti-invecchiamento noti, come la restrizione dietetica.
Jan Hoeijmakers, co-autore dello studio e biologo molecolare presso l’Erasmus University Medical Center di Rotterdam, l’Università di Colonia e l’Oncode Institute/Princess Maxima Institute di Utrecht, afferma che questa potrebbe essere la principale causa dell’invecchiamento sistemico in tutto il corpo. I ricercatori, provenienti da quattro gruppi di ricerca in Spagna, Paesi Bassi, Germania e Stati Uniti, sono giunti alle stesse conclusioni utilizzando metodi diversi.
L’invecchiamento è associato a cambiamenti a livello molecolare, cellulare e d’organo, che vanno dalla produzione alterata di proteine al metabolismo cellulare sub-ottimale fino alla compromissione dell’architettura dei tessuti. Questi cambiamenti sono ritenuti originare dal danno al DNA risultante dall’esposizione cumulativa ad agenti nocivi come la radiazione UV o le specie reattive dell’ossigeno generate dal nostro stesso metabolismo.
Poiché le cellule neurali sono note per esprimere geni particolarmente lunghi e sono anche lente o non si dividono, sono particolarmente suscettibili a questo fenomeno, e i ricercatori sottolineano il collegamento tra invecchiamento e neurodegenerazione. Molti dei geni coinvolti nella prevenzione dell’aggregazione proteica nella malattia di Alzheimer sono eccezionalmente lunghi, e i pazienti pediatrici affetti da cancro, che vengono curati con chemioterapia dannosa per il DNA, soffrono in seguito di invecchiamento precoce e neurodegenerazione.
Gli autori speculano che il danno ai geni lunghi potrebbe spiegare la maggior parte delle caratteristiche dell’invecchiamento perché è associato a noti acceleranti dell’invecchiamento e perché può essere mitigato con terapie anti-invecchiamento note, come la restrizione dietetica (che è stata dimostrata limitare il danno al DNA).