Il cervello umano sta crescendo: quali impatti sulla nostra salute?

Negli ultimi decenni, la scienza ha fatto passi da gigante nel comprendere il funzionamento del cervello umano. Una recente ricerca ha rivelato che la dimensione del cervello umano è in aumento da almeno gli anni ’30. Questo fenomeno potrebbe avere importanti ripercussioni sulla nostra salute, in particolare in relazione al rischio di demenza.

 

Uno studio condotto su 3.226 persone che partecipavano allo studio Framingham Heart Study (FHS), avviato nel 1948 a Framingham, Massachusetts, ha analizzato le scansioni di risonanza magnetica (MRI) del cervello dei partecipanti. I ricercatori hanno confrontato le scansioni di persone nate negli anni ’30 con quelle nate negli anni ’70, scoprendo che il volume medio del cervello è aumentato da 1.234 millilitri a 1.321 millilitri in questo periodo di 40 anni, con un’espansione di circa il 6,6 percento.

 

Ancora più sorprendente è stato l’aumento della superficie corticale del cervello: la superficie corticale media di coloro nati negli anni ’70 era quasi il 15 percento più grande rispetto a quella di coloro nati quattro decenni prima, passando da 2.056 a 2.104 centimetri quadrati.

 

Charles DeCarli, autore dello studio, ha affermato che il decennio di nascita sembra influenzare la dimensione del cervello e potenzialmente la salute cerebrale a lungo termine. Sebbene la genetica giochi un ruolo importante nella determinazione della dimensione del cervello, i risultati indicano che anche influenze esterne come fattori di salute, sociali, culturali ed educativi possono avere un ruolo.

 

L’impatto che il nostro cervello in espansione avrà sul nostro benessere a lungo termine rimane da vedere, sebbene i ricercatori notino che il volume cerebrale adulto è “un importante predittore della cognizione in età avanzata”. Sulla base di queste osservazioni, gli autori dello studio “ipotizzano che volumi cerebrali più grandi indichino uno sviluppo cerebrale più ampio e potenzialmente una maggiore ‘riserva cerebrale’ che potrebbe spiegare il calo dell’incidenza della demenza”.

Nonostante il numero di persone con Alzheimer continui ad aumentare negli Stati Uniti, la percentuale complessiva della popolazione che soffre di disturbi neurologici legati all’età è in calo da diversi decenni.

 

Lo studio ha anche rivelato che la dimensione dell’ippocampo, fortemente associato all’apprendimento e alla memoria, sembra aumentare di decennio in decennio, insieme ai volumi della materia bianca e grigia all’interno del cervello. DeCarli ha spiegato che “strutture cerebrali più grandi come quelle osservate nel nostro studio possono riflettere uno sviluppo cerebrale migliorato e una salute cerebrale migliorata”.

 

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