Venere, il pianeta gemello infernale della Terra, è noto per le sue condizioni estreme, con una pressione atmosferica e temperature così elevate da schiacciare e cuocere immediatamente qualsiasi cosa si trovi sulla sua superficie. Tuttavia, nelle nuvole del pianeta, il clima è più sopportabile, con temperature simili a quelle tropicali terrestri, a patto di non considerare l’acido solforico presente. Nonostante ciò, potrebbe esistere qualche forma di vita in grado di sopravvivere in questo ambiente ostile? Nuove evidenze suggeriscono che almeno i componenti base della vita non sono affetti dalle condizioni estreme.
La ricerca sui blocchi fondamentali della vita
Il lavoro condotto dalla Professoressa Sara Seager, suo figlio e il loro team di ricerca si è concentrato sugli aminoacidi, i mattoni delle proteine, essenziali per la vita. Il team ha voluto scoprire come un ambiente estremamente acido influenzasse queste molecole. Hanno scoperto che 11 dei 20 aminoacidi testati sono rimasti invariati, e altri otto hanno subito modifiche solo nelle loro catene laterali dopo quattro settimane in concentrazioni molto elevate di acido solforico.
Studi precedenti e nuove scoperte
Questo ultimo lavoro segue uno studio precedente di Seager sulla stabilità delle basi degli acidi nucleici in acido solforico. Queste basi sono i componenti che costituiscono il DNA e l’RNA. Anche loro possono sopravvivere indenni nell’ambiente estremo delle nuvole di Venere.
“Le proprietà chimiche dell’acido solforico concentrato differiscono significativamente da quelle dell’acqua, tanto che i nostri risultati possono sembrare inaspettati. Le nostre scoperte aiutano a sfidare l’errata concezione prevalente nelle comunità di astrobiologia e biologia secondo cui i composti organici sono uniformemente instabili in acido solforico concentrato,” hanno scritto i ricercatori nel loro ultimo articolo.
La possibilità di vita nelle nuvole di Venere
La stabilità chimica non è equivalente alla vita, ma sicuramente sposta l’ago della bilancia lontano dall’impossibile. L’abitabilità nelle nuvole di Venere è stata un argomento molto discusso da quando è stata rilevata la presenza di fosfina in esse. La molecola è prodotta da forme di vita sulla Terra, ma non è chiaro cosa la generi su Venere.
Le missioni spaziali verso Venere
Per comprendere cosa accade, o potrebbe accadere, nelle nuvole di Venere, è necessario andare lì. Sono in programma molteplici missioni per il secondo pianeta più vicino al Sole. La prima è una missione privata prevista per l’anno prossimo, e sia la NASA che l’Agenzia Spaziale Europea hanno in programma missioni per studiare il pianeta nel prossimo decennio.
“Venere, il nostro pianeta vicino, si trova comodamente vicino, il che ci permette di sondare direttamente le sue particelle di nuvole attraverso missioni spaziali,” scrivono gli autori nell’articolo. “In definitiva, potrebbe essere necessario un ritorno di campioni dall’atmosfera venusiana per accertare con robustezza la presenza di vita, se davvero esiste lì.”
Lo studio è stato accettato per la pubblicazione sulla rivista Astrobiology ed è disponibile sull’archivio ArXiv.
In conclusione, la ricerca sulla possibilità di vita su Venere continua a progredire, con nuove scoperte che aprono la strada a future esplorazioni e missioni spaziali. La presenza di componenti base della vita nelle nuvole acide del pianeta suggerisce che, nonostante le condizioni estreme, la vita potrebbe trovare un modo per adattarsi e sopravvivere in ambienti che prima consideravamo completamente inospitali.