Esposizione al Fentanyl durante la gravidanza potrebbe causare una nuova sindrome neonatale

L’esposizione al fentanyl durante la gravidanza potrebbe causare una nuova sindrome nei neonati. Questa scoperta allarmante è stata descritta per la prima volta in neonati i cui genitori hanno fatto uso di oppioidi non prescritti, in particolare il fentanyl. I bambini presentano una serie di anomalie facciali, muscoloscheletriche e genitali e sono ora sotto osservazione per determinare come la loro condizione influenzi lo sviluppo cognitivo e il benessere generale.

La scoperta della nuova sindrome

Caratteristiche dei neonati affetti

I medici del Nemours Children’s Hospital in Delaware hanno notato per la prima volta un modello di difetti alla nascita in sei neonati con anomalie simili durante l’estate del 2022. Successivamente, altri quattro bambini con caratteristiche corrispondenti sono stati identificati in altre strutture, portando il numero totale di pazienti a dieci. Tutti i neonati presentavano microcefalia (teste piccole), bassa statura e “caratteristiche facciali distintive”. Tra le malformazioni congenite c’erano palatoschisi, piedi a dondolo (con le piante dei piedi incurvate verso l’alto), pollici corti e larghi, una singola piega palmare e dita dei piedi fuse.

Indagini e diagnosi iniziali

Inizialmente, i medici sospettavano che i dieci neonati potessero essere affetti da una rara condizione genetica chiamata sindrome di Smith-Lemli-Opitz (SLOS), causata da un metabolismo del colesterolo carente nel grembo materno e che risulta in una serie di differenze fisiche. Tuttavia, i test genetici hanno rivelato che nessuno dei neonati era portatore di questo disturbo.

L’ipotesi del fentanyl

Il ruolo del fentanyl nella gravidanza

Ulteriori indagini hanno rivelato che le madri di tutti e dieci i bambini avevano fatto uso del farmaco oppioide fentanyl durante la gravidanza. Ciò ha portato i ricercatori a sospettare che i neonati potessero essere affetti da un disturbo precedentemente sconosciuto causato dall’esposizione prenatale al farmaco. Esami su feti abortiti che erano stati esposti al fentanyl nel grembo materno hanno confermato che l’oppioide attraversa la placenta, mentre altri studi hanno rilevato il farmaco nel cervello fetale. Questi risultati suggeriscono che il fentanyl viene rapidamente trasferito al feto all’inizio della gravidanza e rimane nei tessuti fetali per un certo periodo.

Possibili meccanismi di azione

Non è ancora chiaro come il fentanyl scateni i difetti alla nascita, sebbene, date le somiglianze con la SLOS, gli autori di un nuovo studio suggeriscono che il fentanyl possa interferire con il metabolismo del colesterolo nei feti. Altri farmaci psicotropi sono stati dimostrati di interferire con la sintesi del colesterolo nel feto in via di sviluppo inibendo un enzima chiave chiamato DHCR7, e i ricercatori sospettano quindi che il fentanyl possa fare lo stesso.

Nonostante l’effetto del fentanyl sul metabolismo del colesterolo non sia stato testato direttamente, gli autori dello studio ritengono che sia biologicamente plausibile che influenzi il metabolismo del colesterolo nel feto in via di sviluppo. Tuttavia, a causa della mancanza di informazioni su quando esattamente durante la gravidanza sia avvenuta l’esposizione al fentanyl e in quali quantità, attualmente è impossibile confermare se questa nuova sindrome sia causata dal farmaco.

Conclusioni e implicazioni future

Secondo i ricercatori, i difetti alla nascita potrebbero potenzialmente essere stati causati dall’esposizione a una sostanza diversa o da contaminanti o impurità nel fentanyl utilizzato dalle madri durante la gravidanza. Nonostante ciò, l’autrice dello studio Karen Gripp ha insistito nell’affermare che “data l’epidemia di uso di fentanyl, è importante riconoscere questa condizione”. Analogamente all’esposizione prenatale all’alcol che causa la sindrome alcolica fetale con conseguenze fisiche e dello sviluppo a lungo termine, questa nuova condizione potrebbe influenzare la vita di molti neonati in modi significativi.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Genetics in Medicine Open.

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