Alcune nuove tecnologie per il monitoraggio delle scorte di armi nucleari tramite onde radio

Un team internazionale di ricercatori ha sviluppato un metodo per ottenere immagini altamente sicure e precise del contenuto di qualsiasi stanza. Utilizzando antenne radio e specchi, è possibile creare “impronte radio” così precise da rilevare uno spostamento di oggetti di soli pochi millimetri. Questa tecnologia potrebbe avere molte applicazioni, ma il team aveva in mente le armi nucleari.

In particolare, il loro obiettivo era il monitoraggio dei trattati di disarmo nucleare. Il loro metodo consente il monitoraggio remoto delle strutture in cui vengono conservate le armi nucleari. Il sistema potrebbe facilmente rilevare se le armi sono state spostate e non richiede agli ispettori di recarsi sul posto.

 

“Il settanta per cento delle armi nucleari del mondo viene conservato per riserva militare o in attesa di smantellamento”, ha dichiarato il co-autore Dr. Sebastien Philippe dell’Università di Princeton. “La presenza e il numero di tali armi in un determinato sito non possono essere verificati facilmente tramite immagini satellitari o altri mezzi che non riescono a vedere all’interno delle casseforti di stoccaggio”.

“A causa delle difficoltà nel monitorarle, queste 9.000 armi nucleari non sono considerate nei trattati esistenti sul controllo degli armamenti nucleari. Questa nuova tecnologia di verifica affronta questa sfida di lunga data e contribuisce agli sforzi diplomatici futuri che mirano a limitare tutti i tipi di armi nucleari”.

 

La configurazione più semplice per il sistema è composta da due antenne. Una emette le onde radio, che rimbalzano sulle pareti della stanza e sugli oggetti presenti, e l’altra le riceve. Questa configurazione funziona bene per creare un’impronta radio, a patto che si sia sicuri che le persone che possiedono la struttura siano affidabili. Poiché l’impronta radio non ha un timestamp, era necessario qualcosa di più per farla funzionare in diverse situazioni.

Per garantire una sicurezza sufficiente, sono necessari diversi specchi.

 

Il team ha utilizzato 20 specchi rotanti installati in una stanza che veniva monitorata. Avendo gli specchi in posizioni specifiche e variabili consente un livello extra di sicurezza che può essere utilizzato per rafforzare l’approccio dell’impronta radio.

In un test sul campo, il sistema è stato installato in un contenitore con barili che potevano essere spostati. Uno spostamento di soli pochi millimetri sarebbe stato rilevato nell’impronta, il che è un ottimo risultato. Il team ha anche testato se un algoritmo di intelligenza artificiale potesse decifrare la connessione tra la posizione degli specchi e le impronte radio. Si è scoperto che poteva farlo, ma non velocemente.

 

“Con 20 specchi, ci vorrebbero otto settimane per un attaccante per decodificare la funzione matematica sottostante”, ha aggiunto il primo autore Johannes Tobisch. “Grazie alla scalabilità del sistema, è possibile aumentare ulteriormente il fattore di sicurezza”.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Communications.

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