Come sono stati rivelati i volti di 3 scozzesi medievali dalla “Culla del Cristianesimo”

La tecnologia‌ di ricostruzione facciale⁣ ha permesso di⁤ entrare in contatto con i nostri​ antenati in un modo mai ‌possibile prima. Da un ⁢Neanderthal di 50.000 anni ⁢fa a un uomo medievale affetto da nanismo achondroplasico e ‍all’enigmatica specie ​di ⁣ominide Homo floresiensis, possiamo ora vedere i volti dei nostri⁢ predecessori in modo nitido.

Nel 2022, gli archeologi dell’Università di Bradford hanno ricevuto in prestito tre teschi‌ medievali dai National Museums Scotland e dai musei del Dumfries and Galloway ​Council. I teschi erano ‌stati scoperti‌ durante un ampio progetto di ricerca sulla storia ‍di Whithorn.

Conosciuto come “culla del⁤ cristianesimo ​scozzese”,⁣ il priorato di Whithorn è⁢ stato un luogo ‌di culto importante per oltre 1000‍ anni.⁤ Gli scavi archeologici sul sito ‌hanno rivelato un vero e proprio tesoro di reperti, tra ‌cui una pietra ⁢scolpita risalente al ‌V secolo d.C., che rappresenta la più antica evidenza del cristianesimo nel‍ paese.

 

Oltre agli oggetti ⁢di valore ⁤religioso, sono presenti ⁤diverse sepolture umane ⁢sul sito.⁣ Nel contesto del progetto Cold Case Whithorn, in collaborazione con il Whithorn Trust, archeologi e scienziati⁤ forensi si sono impegnati a ricostruire la storia di alcuni dei‌ precedenti abitanti dell’area, compresi i tre individui a cui ⁤appartenevano i teschi.

Una volta scansionati i ⁢teschi, il dottor Christopher Rynn, ⁢artista forense, ha applicato ​la sua notevole ⁤esperienza nel compito di dare vita ai loro ⁤volti.

“Questo ‌comporta l’uso di profondità dei‌ tessuti molli⁢ del⁤ viso, muscolatura scolpita ‍individualmente per adattarsi a ogni teschio ‌e metodi scientifici ‍per stimare ogni caratteristica facciale, come occhi, ⁣naso,⁣ bocca e orecchie, a partire dalla morfologia del teschio”,‌ ha dichiarato il dottor Rynn in una nota.

 

Uno dei‍ teschi apparteneva a una donna, stimata essere stata ventenne​ al ⁢momento della morte. In un post su⁤ Instagram, il ⁣dottor Rynn ha spiegato che probabilmente era‌ una persona ‍di alto rango, poiché era sepolta accanto a un vescovo, ma ​oltre a ciò ‌si sa poco della‍ sua vita.

Accanto a lei ⁤c’era il teschio di un uomo affetto da labbro‌ leporino e palatoschisi,‍ una divisione‌ del labbro e del ‍palato⁤ che può verificarsi quando i tessuti non si fondono correttamente‍ durante lo sviluppo nel grembo materno. Oggi, questa condizione può ‍essere corretta mediante intervento chirurgico, anche ⁤se molti bambini richiederanno un ⁢trattamento continuativo.

A‍ completare il nostro trio ⁣c’è il vescovo Walter di Whithorn, morto ​nel⁢ 1235. La​ dottoressa Shirley Curtis-Summers, ⁤bioarcheologa dell’Università​ di Bradford, è stata in grado⁣ di effettuare un’analisi degli isotopi stabili su​ alcune delle sepolture, rivelando ulteriori indizi sulla vita del⁤ vescovo Walter.

 

“Il‌ mio ruolo come bioarcheologa è esaminare scheletri archeologici⁢ per identificare segni ⁢di malattie e traumi. Analizzo anche ossa ⁤umane e denti per ⁣l’analisi degli isotopi stabili, che possono fornirci informazioni sui tipi di cibo ⁢consumati dalle persone nel passato e se‌ erano​ locali al luogo di sepoltura”,⁣ ha dichiarato la dottoressa Curtis-Summers.

Nel caso del vescovo, sappiamo che aveva ​una predilezione per il pesce e che‌ una⁤ dieta‌ del genere indica la sua​ ricchezza e il suo status. Lo stesso si può dire per⁢ la ‌sua sepoltura elaborata:‍ è stato ⁤sepolto in⁢ una bara di pietra foderata di legno, completo di ‍abiti, del suo pastorale di legno⁣ e di un anello ‍d’oro con rubini e smeraldi.

Le ricostruzioni facciali sono state ⁤presentate‌ come‌ parte del ‌Wigtown Book Festival 2022 e sono state esposte al Whithorn Visitor Centre.

 

Questi tipi di ⁤ricostruzioni aggiungono un⁢ ulteriore strato alle ⁣già impressionanti⁤ informazioni che possiamo ottenere dagli ⁣scavi archeologici,⁣ offrendoci uno sguardo affascinante sulla nostra storia. Dopotutto, la tecnologia moderna ci ha⁢ permesso di ricreare le bevande⁣ preferite⁤ dei​ nostri antenati, di ​scoprire quale tipo di formaggio preferivano e ​persino di conoscere i parassiti che li affliggevano.

Come ha affermato la​ dottoressa Curtis-Summers,‌ “Questo progetto è di enorme importanza, ⁤perché sebbene⁤ non⁢ possiamo ‌mai conoscere l’intera storia delle vite di queste ‍persone medievali, essere in grado ‌di‍ ricostruire⁢ la loro dieta, la ‍loro mobilità e ora i​ loro volti ci permette di immergerci nel loro passato e di incontrarli faccia a faccia”.

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