Stonehenge, nuove scoperte che affascinano la scienza

Recenti studi mostrano che Stonehenge potrebbe avere una storia ben più remota di quanto ipotizzato

Il grande complesso monolitico è datato tra il 3000 a.C. ed il 2000 a.C., con una costruzione che è andata avanti a più riprese. Gli archeologi dell’Università di Birmingham e dell’Università di Ghent, nel corso di recenti studi, hanno però individuato tracce di insediamenti umani ben più antiche.

Veduta dall’alto del megalite di Stonehenge

Tramite sensori geofisici e metodi di scavo più convenzionali, gli studiosi hanno ritrovato delle antiche fosse utilizzate dall’uomo per cacciare. Alcune di esse risultato datate attorno all’8000 a.C., in periodi quindi ben più remoti rispetto a quanto precedentemente teorizzato.

 

Le oltre 400 fosse rivenute hanno diametri superiori a 2.5 metri e sono state costruite in periodi alterni tra l’8000 a.C. e il 1300 a.C. Questo territorio aveva caratteristiche speciali per le comunità cacciatrici già migliaia di anni prima che i monoliti fossero eretti.

 

Quest’ulteriore scoperta continua a confermare il fatto che ci fosse uno stretto legame tra le comunità che abitavano questi luoghi e la terra dove si trova uno dei siti archeologici più famosi al mondo.

 

Il territorio attorno a Stonehenge è stato prima luogo di caccia e insediamenti, poi utilizzato come sepoltura (come testimoniato dai molti corpi sepolti nell’area) e infine terra sacra. Stonehenge aveva un ruolo anche nello scandire lo scorrere del tempo.

 

Quest’ulteriore studio continua ad alimentare l’interesse nei confronti di Stonehenge e della storia che circonda questo luogo così caro alle popolazioni che l’hanno abitato dal tardo Mesolitico fino all’Età del Bronzo.

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