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Guerra in Ucraina, quali effetti sul mercato dei combustibili fossili?

Drastico cambiamento nella domanda dei combustibili fossili, l’esigenza di andare verso energie alternative

Antonio Lombardi di Antonio Lombardi
6 Maggio 2022
in Ambiente
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Il conflitto tra Russia e Ucraina sta comportando ripercussioni di non poco conto per quanto riguarda i combustibili. C’è una grande variazione della domanda dei combustibili nel corso dell’ultimo periodo, dall’inizio del conflitto.

La guerra in Ucraina ha avviato un grosso processo di cambiamento in merito ai combustibili fossili
La guerra in Ucraina ha avviato un grosso processo di cambiamento in merito ai combustibili fossili

L’attuale situazione dei combustibili fossili

Il prezzo dei combustibili fossili ha subito un netto incremento nel corso delle ultime settimane. Il dato incontrovertibile è riportato dalle diverse associazioni non governative come la Rocky Mountain Institute.

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Il picco è da ricercare nell’attuale situazione mondiale, con la Russia protagonista di azioni definite come immotivate. Non a caso, i prezzi del carburante sono arrivati ai massimi storici, che si supponevano raggiunti nel 2019.

 

Le ultime variazioni della domanda del combustibile fossile

Nel 2018 la richiesta di combustibile fossile, utile per il riscaldamento ma non solo, sembrava si fosse assestata su livelli ottimali, senza particolari picchi. Nel 2019 vi è stato però un incremento notevole e questo anche a causa della pandemia del Covid 19.

 

Le famiglie si sono ritrovato a trascorrere a casa un quantitativo temporale assai maggiore rispetto all’ordinario. Questo ha comportato l’utilizzo di una quantità di combustibile superiore a quella normale.

 

La necessità si è palesata al fine mantenere le case piuttosto calde e accoglienti. Anche il 2020 è stato un anno caratterizzato da un incremento della domanda di combustibile fossile. Il vero picco, però, è stato raggiunto dopo che la Russia ha deciso di invadere l’Ucraina.

 

La situazione della Russia e i combustibili

Il drastico cambiamento dei rapporti tra Russia e Unione Europea potrebbe comportare una situazione di stress e incertezza per il Paese governato da Putin, che si potrebbe trovare presto attanagliato da una grave crisi interna.

 

Le sanzioni, la ricerca di nuovi Paesi che producono tali combustibili e la voglia di rispettare i patti di Parigi, che prevedono l’utilizzo delle fonti rinnovabili come strumento per produrre energia e riscaldamento, potrebbero ben presto avere delle ripercussioni negative sulla stessa nazione.

 

Per ora la Russia non ha deciso i cambiamenti e le contromisure che dovranno essere apportate per evitare che la situazione possa divenire incredibilmente complessa da fronteggiare. Pertanto è importante analizzare la situazione globale generale.

 

Vari Paesi sembrano essere pronti a effettuare dei drastici cambiamenti, pur di arginare la dipendenza dai vari combustibili fossili, creando quindi un’ulteriore situazione di tensione per la Russia, che ben presto potrebbe trovarsi a dover fare i conti con una situazione complessa.

 

L’alternativa ai classici combustibili fossili

Mentre la Russia è impegnata sul fronte del conflitto con l’Ucraina, i Paesi europei e del resto del mondo hanno iniziato ad adottare delle soluzioni ecologiche per la produzione di energia elettrica e riscaldamento. rispettando le tempistiche previste dal patto di Parigi.

 

L’utilizzo dell’eolico sta rappresentando quell’alternativa green in Italia, ma non solo: anche negli altri stati europei una situazione analoga si sta palesando e questo potrebbe ben presto comportare una notevole variazione e un incremento del rispetto dell’ambiente nel quale si vive.

Tags: combustibile fossileenergia fonti rinnovabiliguerra Russia Ucrainamercato combustibilipandemia
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