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Alzheimer, i perché le donne sono più colpite, nuovo studio

Antonio Lombardi di Antonio Lombardi
5 Aprile 2022
in Salute
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L’innalzamento dell’età media ha reso le demenze tra le patologie più diffuse. In particolare, la malattia di Alzheimer è la forma di demenza più diffusa nella popolazione. Questa sindrome, di tipo neurodegenerativo, conduce ad una lenta e inesorabile distruzione delle cellule del cervello, con conseguente perdita della memoria.

 

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Recenti studi hanno confermato che ad esserne più colpite sono le donne. La chiave per capire il perché sta negli estrogeni. Infatti, per le donne, l’ingresso nella menopausa conduce ad una diminuzione della produzione di questo ormone, rendendo la donna più esposta all’ insorgere della malattia.

 

Che ruolo giocano, perciò, gli estrogeni nella malattia di Alzheimer? Ebbene, essi hanno un ruolo fondamentale, poiché prevengono la morte cellulare. Nel caso specifico della sindrome di Alzheimer, la morte cellulare è causata dall’accumulo della proteina Beta che porta alla formazione delle placche di Beta Amiloide che uccidono la cellula.

Alzheimer, donne più colpite da questa patologia.
Alzheimer, donne più colpite da questa patologia.

È di recente pubblicazione una ricerca volta a dimostrare che, diversamente da quanto avviene negli uomini, nelle donne l’ippocampo non si attiva per risolvere compiti di tipo cognitivo. La ricerca spiega che questo è dovuto al fatto che il testosterone, a differenza degli estrogeni, promuove una crescita neuronale maggiore nell’area cerebrale dell’ippocampo. Cosa vuol dire questo? Che nelle donne, gli estrogeni, agiscono, e male, sulla memoria e che l’ippocampo non è sufficientemente stimolato.

 

Quindi, un buon consiglio per aiutare l’ippocampo a restare in forma, è quello di aiutarlo con giochi cognitivi, quali ad esempio rompicapi, puzzle, enigmistica. Non bisogna dimenticare, infatti, che l’ippocampo è pur sempre un muscolo, e come tale, perché resti in forma, va allenato.

 

Fondamentale, sempre, anche l’allenamento fisico. Uno sport per tutte le donne che unisce attività cognitiva e fisica, ad esempio, può essere il buon vecchio orienteering. La capacità di imparare ad orientarsi in un territorio non conosciuto, infatti, spinge l’ippocampo (che tra le altre cose è la regione del cervello che sviluppa il nostro senso dell’ordinamento) a una vera e propria palestra cognitiva e fisica.

Da provare per credere.

Tags: Alzheimer
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