Stonehenge era un calendario, ecco a cosa serviva

Le origini del sistema megalitico e la conferma che aveva il ruolo di scandire lo scorrere del tempo

Siamo nel diciottesimo secolo, in Inghilterra. William Stukeley inizia a diffondere la teoria secondo la quale siano stati i Druidi a realizzare quel gruppo megalitico così imponente che si trova nella pianura di Salisbury, nel Wiltshire. Il complesso sarà reso noto con il nome di Stonehenge.

Stonehenge visto dall’alto

Ma recenti indagini e studi sul sito rivelano altro: non è dedicato agli dei e non rappresenta nemmeno un luogo per il culto mortuario. Stonehenge era un calendario perpetuo che scandiva l’anno solare.

 

Nel cuore verde dell’Inghilterra, sorge uno dei più importanti monumenti del mondo, che ha attraversato più di duemila anni, dandoci la possibilità di osservare una delle più antiche creazioni dell’uomo, che rientra fra i siti protetti dall’ Unesco.

La particolare composizione del megalite

Secondo l’archeologo Timothy Darvill, a uso di tutta la popolazione locale, il gruppo megalitico fu costruito per tener conto delle celebrazioni durante l’anno. Conta trenta pietre, poste in verticale, sovrastate da altre in orizzontale, rappresentanti i giorni del mese che formano il cerchio principale.

 

All’esterno quattro massi rettangolari, e all’interno cinque gruppi da due massi ciascuno, con sopra anch’essi il pezzo orizzontale. Sarebbe una grande scoperta: forse una popolazione risiedeva in quei luoghi e già necessitava di un sistema per la regolamentazione del tempo.

 

Molto simile al sistema egiziano, che fa da antenato a tutti gli altri calendari adottati dalle altre culture nel resto del mondo, questo calendario potrebbe essere frutto della diffusione delle culture mediterranee in tutta Europa.

 

L’importanza della posizione verso il disco solare, che si trasforma in una straordinaria esperienza durante il solstizio d’estate, rimanda senz’altro al culto del dio del sole Ra nell’Antico Egitto. Nelle vicinanze del sito sono stati ritrovati materiali provenienti dai paesi del Mediterraneo.

Recupero e ora luogo di culto e venerazione

Oggetto di studio di numerosi studiosi, da Aubrey al già citato Stuckeley, da Wood a Newton, il sito è stato ricomposto nel Novecento dopo anni di abbandono. Probabilmente la posizione attuale dei massi non corrisponde a quella originaria di 2500 anni fa.

 

Antiche leggende aleggiano sui giganteschi massi; si narra che si trovassero in Irlanda all’inizio, trasportate dall’ Africa dai Giganti, e che il mago Merlino le fece rimuovere. Pare anche essere luogo di sepoltura di Costantino terzo e di Uther Pendragon, Re e padre del futuro Re Artù.

 

Fascino e mistero non riescono ad abbandonare i megaliti di Salisbury, luogo di pellegrinaggio, per i culti celtici, ma anche di disordini: nella prima metà degli anni ottanta si svolse un festival musicale new age che ebbe come epilogo nel 1985 uno dei più grandi arresti di massa mai avvenuti.

 

Gli scontri fra i viaggiatori new age e la polizia, furono davvero violenti attirando l’attenzione della stampa mondiale. Da allora il Consiglio Britannico dei Druidi, si è battuto a lungo perché la celebrazione di Stonehenge riaprisse al pubblico e nel 2000 ha ottenuto il consenso.

 

Meta di turismo e oggetto di interesse storico-archeologico, Stonehenge continua a stupirci, rivelandosi poco a poco; aspettiamo di scoprire nuove rivelazioni su questo antichissimo calendario monumentale.

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