Lavorare con i cadaveri è sorprendentemente affascinante

Esiste un lavoro con cui stare a contatto con le persone, ma non chiacchierando con loro o chattare via e-mail. È anche possibile usare tantissimi strumenti elettrici senza però dover essere dei dentisti.

 

No, non è il mestiere del serial killer ma ci potrebbe andare molto vicino: è quello di sezionare cadaveri. I motivi per cui stare intimamente a contatto con i morti sono tanti. Innanzitutto, è fondamentale per scoprire come funzioniamo e da cosa siamo fatti all’interno.

 

Quando Socrate diceva “conosci te stesso” forse non si riferiva proprio a questo, ma la conoscenza è estesa proprio quando si riesce a collegare argomenti diversi, o quasi; alla fine è sempre di essere umani di cui si parla.

In secondo luogo, studiare i cadaveri è istruttivo per ogni aspirante medico perché mette a disposizione un corpo per l’istallazione dei dispositivi elettronici utili alla salute dei pazienti.

 

Leonardo da Vinci ne sapeva qualcosa, non di elettricità ma di anatomia. Considerato come un genio e talento universale si occupò anche di sezionare e studiare i cadaveri prelevati dai cimiteri, inventando addirittura la canonica illustrazione anatomica conosciuta come immagine esplosa, ove la sequenza in cui appaiono organi, tendini e muscoli è precisa e realistica, colma di dettagli.

 

Anche il noto ispettore di romanzi gialli Sherlock Holmes interrogava i cadaveri affinché potessero fargli scoprire qualche dettaglio in più sulla natura dell’assassino.

 

Al giorno d’oggi invece con l’aiuto di Internet è possibile scoprire molti dettagli che riguardano l’essere umano seguendo online professionisti ed esperti del settore.

 

Per esempio, alcuni medici dell’Istituto di Anatomia Umana nello Utah, Jonathan Bennion e Justin Cottle, si occupano di divulgazione scientifica riguardo i cadaveri usando varie piattaforme online. Su YouTube mostrano i vari livelli di dissezione di un corpo o di una parte di esso.

 

Utilizzano i loro canali social come Instagram, Facebook e TikTok per far arrivare il loro studio anche tra i giovanissimi, sensibilizzando questa materia apparentemente ed erroneamente pensata per la nicchia dei medici.

 

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