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La navicella spaziale ha raggiunto il Sole: primario è prevedere le Tempeste solari, spazzerebbero la nostra Civiltà

Luigi Belli di Luigi Belli
21 Dicembre 2021
in Astronomia, Prima Pagina
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Terra e Sole - rielaborazione grafica di elementi forniti dalla NASA.
Terra e Sole – rielaborazione grafica di elementi forniti dalla NASA.

Aprile 2021 è senz’altro un mese importante per la scienza e l’esplorazione spaziale. Una sonda, chiamata Parker Solar Probe si è avvicinata al Sole fino a raggiungere la sua corona. La campionatura di questa regione era uno dei grandi obiettivi che la NASA si era preposta, studiando la stella più vicina all’essere umano ad una distanza mai raggiunta fino ad ora.

Quello che da anni turba gli scienziati è sapere perché la temperatura della corona sia più alta della superficie stessa del Sole.

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Uno degli obiettivi della missione spaziale è stato quello di avere maggiori informazioni sulla genesi delle tempeste solari. Nel 774 e del 993 d.C., di recente è stata individuata una avvenuta il 660 a.C ce ne furono devastanti.

L’Università di Lund, in Svezia, sottolinea che se anche se eventi rari, gli effetti sarebbero gravi in una società, come quella attuale, basata sulla tecnologia. In parole povere, non avremo elettricità, collegamenti telefonici, internet, TV, dati dai satelliti.

Il Pianeta sarebbe in balia dell’incertezza per parecchio tempo forse anni. Gli ospedali si fermerebbero quasi totalmente.

 

Le banche non erogherebbero danaro. Insomma, anche il più elementare servizio potrebbe non essere disponibile. Per esempio, potrebbe mancare anche l’energia per il riscaldamento. Potrebbero morire molte persone.

 

La natura della stella le permette di non avere dei confini solidi ben delineati, ma oscilla a seconda dell’intensità delle combustioni che avvengono al suo interno. La corona non è altro che l’atmosfera solare che viene sollecitata dai continui campi elettromagnetici e dalla forza di gravità.

 

Capita però che in seguito all’espansione della corona si verifichi il fenomeno del vento solare. Lo spazio circostante viene colpito da particelle subatomiche come elettroni, protoni e onde alfa. Interessa anche il pianeta Terra, alterandone il campo magnetico. Sono note le tempeste magnetiche, alcune potrebbero bruciare la rete elettrica e telefonica, i satelliti, e seppellire in un attimo la società moderna basata sulla tecnologia sempre più avanzata.

 

La superficie di Alfvén è il confine critico che distingue la corona e il vento solare ma secondo gli astronomi non era ben definita nello spazio. L’incertezza variava dai 7 ai 14 milioni di chilometri dalla superficie solare. Inoltre, non è una misurazione precisa ma si basa su una distribuzione media delle misurazioni effettuate.

 

Esattamente il 28 aprile la sonda Parker ha riscontrato la presenza di particelle e onde magnetiche proprie della corona solare; si trovava ad una distanza di circa 13 milioni di chilometri.

 

Il riscontro degli scienziati non è stato immediato poiché nell’universo il tempo che impiega un messaggio ad arrivare sulla Terra varia. Ad esempio, la luce del Sole impiega 8 minuti. Questo significa che la luce osservata in un momento è stata emessa dal Sole 8 minuti prima.

 

Nello spazio si parla di anni luce per indicare la distanza, e corrisponde alla distanza che percorrerebbe la luce (300.000.000 m/s) in un anno. Un anno luce corrisponde approssimativamente a 9.400 miliardi di chilometri.

 

Secondo il dott. Thomas Zurbuchen della NASA quest’impresa si è rivelata un successo notevole e un momento importante per la storia dell’esplorazione spaziale. Ci sono due aspetti rilevanti da considerare. Capire meglio la natura del Sole ha come conseguenza quella di comprendere maggiormente gli effetti sul nostro sistema solare ma anche conoscere i misteri dell’universo.

 

 

Tags: corona solarenasatempeste solarivento solare
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