Navigatori satellitari deliberatamente inesatti per motivi militari

Per quasi 20 anni, gli errori sono stati deliberatamente inseriti nel sistema GPS.

Al giorno d’oggi siamo abituati a dare il GPS per scontato. Che sia sul cellulare, sul computer o sulle nostre automobili, questo strumento è diventato indispensabile e, con il passare degli anni, acquista sempre più funzioni e precisione.

 

La creazione del Sistema di Posizionamento Globale (GPS), ad opera del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti d’America, risale al 1973. Il suo primo nome fu NAVSTAR e lo scopo principale era quello di indicare l’esatta posizione del personale militare e delle scorte dell’esercito.

 

I primi satelliti per l’utilizzo del GPS furono lanciati cinque anni dopo, nel 1978, ma dovette passare molto tempo prima che il sistema potesse davvero definirsi operativo. Infatti, solo nel 1995 fu completato il lancio dei 24 satelliti necessari all’effettivo utilizzo su scala globale. Oggi l’uso del GPS è legato all’ambito civile della vita di tutti i giorni ma viene anche utilizzato dai militari per il lancio dei missili, grazie al quale è possibile colpire obiettivi specifici con grande precisione, diminuendo i danni e le vittime collaterali.

 

Il 1° settembre 1983 un Boeing 747 coreano con a bordo 269 persone fu abbattuto mentre sorvolava accidentalmente una no-fly zone sovietica. Il disastro fu anche dovuto alla crescente tensione militare tra le due superpotenze, USA e URSS, e il presidente statunitense Ronald Reagan si vide costretto a firmare un ordine esecutivo dove autorizzava l’uso civile della tecnologia GPS. I militari, tuttavia, chiesero che la versione del sistema di posizionamento destinata ai civili subisse un depotenziamento.

 

Il Dipartimento della Difesa creò, pertanto, due distinti sistemi GPS: il primo, di posizionamento standard (SPS) fu destinato all’uso pubblico; il secondo, denominato Servizio di Posizionamento Preciso (PPS) rimase ad esclusivo appannaggio dei militari.

 

La differenza tra i due sistemi era sostanziale, poiché un errore randomico fu volutamente inserito all’interno del SPS. Questo errore comportava una perdita di precisione di circa cento metri. Il Dipartimento della Difesa giustificò questa scelta sostenendo che era necessaria per evitare che il nemico potesse acquisire la tecnologia GPS completa causando una minaccia molto seria alla sicurezza degli Stati Uniti e dei loro alleati.

 

Il 1° maggio 2000, il presidente Bill Clinton segnò la fine dell’utilizzo di questo errore sistemico, affermando che, ormai, gli interessi scientifici, tecnici e commerciali fossero diventati troppo grandi per potersi permettere una simile imprecisione.

 

Al tempo di quella decisione, l’accuratezza del sistema GPS era di circa cinque metri. Attualmente, grazie all’ultima, avanzatissima, tecnologia L5, i fruitori del sistema di posizionamento globale possono avvalersi di un’accuratezza di circa 30 centimetri. Questo dato, già di per sé incredibile, può comunque essere ulteriormente migliorato mediante l’utilizzo di un sistema a doppia frequenza, che porta l’accuratezza del GPS ad un valore compreso tra qualche decina di millimetri e pochi centimetri.

 

Nonostante la fine dell’esclusività della versione più potente, l’esercito degli Stati Uniti mantenne la possibilità di negare l’utilizzo della tecnologia GPS a propria discrezione, come quando, nel 1999, esso fu proibito all’esercito indiano durante la guerra di Kargil.

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