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Home Geologia

Prevedere le Eruzioni Vulcaniche, nuova sfida da parte dei vulcanologi

Prevenire le gravi eruzioni vulcaniche può salvare anche migliaia di persone

Antonio Lombardi di Antonio Lombardi
23 Aprile 2021
in Geologia
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La previsione delle eruzioni vulcaniche è una sfida scientifica ancora irrisolta. Tuttavia, sebbene ad oggi i ricercatori non siano in grado di prevedere precisamente quando si verificherà un’eruzione con grande anticipo, la tecnologia sta compiendo passi da gigante e le cose potrebbero cambiare molto in fretta.

 

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Grazie a nuovi sensori, i vulcanologi possono analizzare i fumi del vulcano alla ricerca di segnali anticipatori delle eruzioni. Questi sensori aiutano a prevedere le eruzioni vulcaniche perché, quando il magma sale, il conseguente rilascio di pressione nell’area superiore libera i gas disciolti all’interno del magma. In questo modo l’anidride carbonica fuoriesce prima, permettendo di determinare quanto il magma si avvicini alla superficie e quanto possa essere imminente un’eruzione.

 

Da millenni i vulcani hanno influenzato la vita degli esseri umani che sono sempre rimasti impotenti di fronte alle devastanti eruzioni, basti pensare a quanto avvenuto a Pompei e a Ercolano. Ora però qualcosa sta cambiando. Il Deep Carbon Observatory è un gruppo internazionale che si occupa del posizionamento di sensori di gas di nuova concezione sui vulcani più attivi del pianeta. L’obiettivo dichiarato di questo gruppo è quello di migliorare la capacità di previsione delle eruzioni.

 

Questi nuovi sensori misurano continuamente le emissioni di anidride carbonica, anidride solforosa e vapore acqueo che fuoriescono dai vulcani. Per fare ciò vengono collocati all’interno di scatole di grandi dimensioni o sepolti, facendo uscire solamente le loro antenne dal terreno. L’innovativo sistema di monitoraggio permette di localizzare la posizione del magma.

 

Purtroppo, com’è facilmente immaginabile, il posizionamento di questi sensori sopra i vulcani attivi non è privo di rischi. I ricercatori sono costretti a indossare tute riflettenti per proteggere la loro pelle dal calore in eccesso e maschere antigas per proteggere i polmoni dai gas corrosivi, anche se il sempre maggiore impiego dei droni sta cambiando la situazione in meglio e riducendo i pericoli.

 

Inoltre, per integrare le informazioni, i ricercatori ricorrono all’utilizzo di satelliti per studiare le eruzioni dall’alto. I vulcanologi dell’Alaska Volcano Observatory, con sedi ad Anchorage e Fairbanks, raccolgono in questo modo i dati regolarmente, monitorando circa 25 vulcani in tutto lo stato, riuscendo a offrire allarmi tempestivi ai residenti. I ricercatori dell’Alaska concordano che, con il passare del tempo, i satelliti diventeranno sempre più utili nella raccolta dati su vaste regioni. Al momento però i satelliti sono ancora un po’ troppo imprecisi e manifestano dei problemi quando il tempo è nuvoloso. Per questo motivo, l’utilizzo dei sensori in loco sui vulcani è elemento di fondamentale importanza per la prevenzione dei danni da eruzione vulcanica.

Tags: Deep Carbon Observatoryeruzionivulcano
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