Ormai l’eventuale ricerca di vita su Marte contaminata da quella terrestre

Il genetista dice che potrebbero essere stati gli esseri umani a contaminare Marte con la vita.

Il pianeta Marte è ormai da tantissimi anni sotto i riflettori del mondo della scienza, alla continua ricerca di segni di vita extraterrestre. Ogni minima traccia di biomassa viene attentamente analizzata e la Nasa non esita a rilasciare notizie periodiche riguardo le missioni sul pianeta Marte. Nonostante questo continuo clima di suspense e curiosità, pesanti accuse arrivano da un genetista degli Stati Uniti d’America, il professor Christopher Mason.

 

Gli esseri umani hanno portato la vita su Marte

Il professor Christopher Mason sostiene che ogni ricerca di vita aliena su Marte potrebbe portare a conclusioni errate, in quanto molto probabilmente sono stati proprio gli esseri umani a contaminare il pianeta durante le spedizioni di Rover e altri materiali provenienti dalla Terra.

 

La Nasa però si difende, sostenendo che ogni componente delle missioni spaziali viene accuratamente sanificato e sterilizzato prima di qualsiasi viaggio, di modo tale da impedire il trasporto nello spazio di batteri, funghi e muffe. Una procedura lunga e scrupolosa che non lascia spazio ad errori, e che rende quasi impossibile contaminare di vita terrestre un altro pianeta.

 

Nonostante la ferrea difesa dell’agenzia spaziale più conosciuta al mondo, il professor Christopher Mason continua nella sua tesi. Stando infatti alle sue parole, esistono numerosi studi scientifici che attestano l’esistenza di batteri in grado di resistere persino ai più scrupolosi processi di pulizia. La probabilità quindi che gli esseri umani abbiano contaminato e portato la vita su Marte non è poi così piccola come si potrebbe immaginare, e diventa compito della scienza saper distinguere una biomassa di origine aliena da materiale di derivazione terrestre.

 

Il professore sottolinea, però, che portare vita terrestre su Marte non è affatto un errore. I batteri provenienti dalla terra e trasportati sul pianeta rosso potrebbero rivelarsi di grande aiuto in futuro. Qualora infatti si riuscisse ad organizzare una spedizione umana, tali batteri potrebbero aiutare l’essere umano a sopravvivere.

 

Al momento il Rover Perseverance è ancora alla ricerca di biomassa aliena su Marte, e sta facendo affidamento ad uno scanner a raggi X per una migliore identificazione ed analisi del suolo. La ricerca in questi anni sta accelerando e negli anni a venire ci saranno numerose novità, visto il grande interesse che, non solo la Nasa, ma anche personaggi di grande rilevanza come Elon Musk o Jeff Bezof, stanno esprimendo riguardo una futura colonizzazione di Marte.

Exit mobile version