La Russia intenderebbe clonare uomini di 3000 anni fa

Il ministro della Difesa russo vuole clonare l'esercito scita di 3000 anni.

Il Ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, sarebbe intenzionato a clonare l’esercito Scita di 3000 anni fa e utilizzarlo per combattere.
In apparenza, questa notizia potrebbe ricordare la trama di qualche film di fantascienza, invece è pura realtà, o quantomeno rientra in un progetto che ha già cominciato a prendere forma.

Infatti, nell’aprile di quest’anno, il Ministero della Difesa russo, in collaborazione con la Società Geografica Russa, ha effettuato delle spedizioni in Siberia, alla ricerca dei resti dei guerrieri Sciti conservati nel permafrost, cioè nello strato di ghiaccio perenne tipico di quelle freddissime aree.

 

Chi erano gli Sciti

Gli Sciti furono una popolazione nomade, dalle origini misteriose, vissuta tra il IV e il II secolo a.C. nell’Asia centrale.

Secondo quanto riportato da Erodoto, che fu il loro maggiore studioso, essi vagavano in una vasta area circoscrivibile dall’Iran fino alla Mongolia. Erano organizzati in tribù e vivevano grazie all’allevamento del bestiame, nutrendosi di carne e di latte equini. Non avevano abitazioni fisse, ma si spostavano su carri trainati da buoi. Erano valorosi combattenti e abili cavalieri e, grazie anche alla loro prestanza fisica, affrontavano i nemici con archi e piccole spade, senza alcun timore. Inoltre, possedevano notevole abilità nella lavorazione dei metalli, in particolare dell’oro.

Alcune tribù di questo popolo si spostarono verso Nord fino alla Siberia, precisamente nell’attuale regione di Tuva, dove sono stati ritrovati recentemente alcuni resti, conservati grazie alle condizioni climatiche favorevoli.
Infatti, in queste zone fredde nel sottosuolo è presente uno strato di ghiaccio perenne, il permafrost che, in sostanza, si comporta come un freezer naturale. Il permafrost ha permesso di mantenere in buono stato di conservazione i resti umani degli Sciti, preservandone la materia biologica e quindi il DNA.

 

Clonare un essere umano

Nel 1996 la pecora Dolly fu il primo animale ad essere clonato. Negli anni successivi, però, si palesarono alcuni problemi e l’animale morì precocemente nel 2003. In pratica subì un invecchiamento rapido.
Da allora, altri animali sono stati clonati, in alcuni casi di specie in via di estinzione. Tuttavia, bisogna ricordare che non sempre gli esperimenti di clonazione vanno a buon fine e che molti problemi a riguardo non sono stati ancora risolti.

Per quanto riguarda l’essere umano, le leggi attuali non ne permettono la clonazione. Inoltre, l’argomento può suscitare enormi perplessità dal punto di vista etico e morale.

Secondo alcuni studi compiuti dai ricercatori del Fung Institute dell’Università della California, non sarebbe comunque possibile replicare esattamente una copia di un essere umano, in quanto subirebbe l’influenza dovuta al tipo di educazione e all’ambiente in cui cresce e vive.

In altri termini, anche se un essere umano clonato fosse geneticamente identico all’originale, non potrebbe esserlo per gli altri aspetti sopra indicati. Al momento attuale, quindi, è difficile affermare che la Russia potrà effettivamente mettere in pratica la clonazione dei guerrieri Sciti.

Certamente, è una situazione di grande interesse che merita di essere attentamente seguita per documentarne gli sviluppi futuri.

 

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